L’avvocato di Corona: “Nella Magistratura c’è una dittatura: i giudici hanno ignorato le prove”
"La sentenza della Cassazione ci dà ragione al 102 per cento. Me lo aspettavo, non poteva che andare così perché il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di rispedire Corona in carcere non teneva conto dei referti psichiatrici". Le dichiarazioni di Ivano Chiesa, legale di Fabrizio Corona, lette così appaiono normali seppur ferme, lineari seppur severe. Eppure al telefono è un fiume in piena. È "incazzato", spiega a Fanpage.it, "così come lo è Fabrizio". Perché i giudici della Sorveglianza, che quel provvedimento l'avevano sospeso, "non hanno tenuto conto delle prove". "È giusto – continua l'avvocato Chiesa – che ci sia il libero convincimento ma un giudice non ha il libero arbitrio. Deve valutare le prove e non ignorarle".
Avvocato, quella di Corona è una delle reazioni che ritiene più giustificate?
Sì. Lei lo sa perché ha dato di matto? Perché lo sapeva che era un provvedimento ingiusto. Lo sapevamo tutti. E infatti la Cassazione ci ha dato ragione. E aggiungo che questo caso è emblematico e vale per tutti perché queste cose non devono più succedere. Non solo a Fabrizio, a nessuno. Sa perché faccio il penalista?
Me lo dica lei.
Perché sono da sempre dalla parte dei perdenti. Avere Fabrizio Corona come assistito è un privilegio perché con lui, che è estremamente famoso, posso affrontare argomenti che altrimenti non si affronterebbero. I miei nonni quando c'era il totalitarismo sparavano. Poi quando è caduto erano tutti partigiani.
C'è un totalitarismo in Italia?
In questa Magistratura c'è. Come è possibile che coloro che non sono competenti e non sanno fare il loro mestiere, perché non vedono le prove siglate da degli scienziati, possano rimanere al loro posto? Io, come lei, come tutti, quando sbagliamo in questo modo la paghiamo. Come è giusto che sia. Non può esistere una categoria che quando sbaglia non paga. Solo in questo modo scompariranno i vari Palamara e solo in questo modo le sentenze saranno giuste, perché lavoreranno solo i più bravi e non tutti o gli amici degli amici.
Sono dichiarazioni forti, avvocato.
Perché sono stufo. Sono trent'anni che faccio questo mestiere e ne ho viste di ogni. E ho clienti molto meno famosi di Fabrizio che non godono della copertura mediatica sua e infatti la pagano. Quando è stato rispedito in carcere c'erano dirette in tutti i salotti tv, ma della decisione della Cassazione non ne ha parlato nessuno. È normale?
Come sta ora Corona?
Sta bene, sta proseguendo il percorso di cura. Ma quei ventuno giorni sono stati un dramma: io l'ho visto, ho seriamente temuto che morisse ed è stata la prima volta in vita mia con lui. Ero spaventato.