L’avvocato dell’ex marito di Barbara Pasetti: “Non pensava che lei volesse ucciderlo”
"È caduto dal pero. Nel momento in cui ha scoperto dai media che sua moglie avrebbe assoldato una persona e poi anche altre per andarlo a fare fuori. Non se lo aspettava in nessun modo: non c'era una conflittualità così forte da dire ‘mi aspetto che mia moglie possa uccidermi'": a dirlo ai microfoni di Fanpage.it è l'avvocato Marco Bianucci, legale di Gianandrea Toffano. L'uomo è l'ex marito di Barbara Pasetti, la quarantenne arrestata per tentata estorsione, ma iscritta al registro degli indagati anche per omicidio in concorso e occultamento di cadavere nella vicenda di Luigi Criscuolo, alias Gigi Bici, il 60enne trovato morto fuori dall'abitazione della fisioterapista.
La figura di Toffano si è inserita nella vicenda dopo l'arresto della donna: secondo alcune testimonianze, la 40enne sarebbe arrivata a Gigi Bici attraverso il suo carrozziere. A quest'ultimo avrebbe raccontato di essere perseguitata dall'ex e di aver bisogno di aiuto. Proprio il carrozziere avrebbe poi messo in contatto Pasetti con Criscuolo. Dopo la scomparsa e la morte del 60enne, la donna si sarebbe rivolta a un altro uomo – un amico di Criscuolo – proprio chiedendo di poter "sistemare l'ex". Parole che sarebbero state confermate dall'amico di Gigi Bici. Oggi Gianandrea Toffano è stato ascoltato in Questura a Pavia come persona informata dei fatti.
Avvocato, relativamente ai presunti maltrattamenti e persecuzioni come si difende il suo assistito?
In questa situazione lui è persona offesa: non è indagato, non ha alcun tipo di procedimento penale a suo carico né in questa vicenda né per maltrattamenti: non ha mai ricevuto alcun tipo di denuncia né una contestazione o ammonimento né in ambito civile né in quello penale. Loro non si sono mai separati. La loro era solo una separazione di fatto: non c'era un procedimento civile al riguardo. In questo momento delicato, dove si vede descritto in un certo modo ovunque, il mio assistito ha deciso di tutelarsi.
Avvocato, ma il suo assistito ha mai ricevuto lettere di minacce o intimidazioni?
No. Quando ha scoperto dai media che la moglie avrebbe assoldato una persona e poi anche altre per farlo fuori, è caduto dal pero. Lui non se lo aspettava in nessun modo: non c'era una conflittualità così forte da dire "mi aspetto che mia moglie possa uccidermi". Che io sappia, per quello che mi ha raccontato e che posso dire, non ha ricevuto minacce né atti intimidatori né ha mai incontrato quest'uomo.
Senta, invece in queste settimane, è emersa un'intercettazione: Pasetti avrebbe detto "so di dover andare all'inferno perché ho fatto uccidere un uomo".
Su quella intercettazione ci sono diversi aspetti da dover capire: lui non si ricorda molto di quella telefonata. All'epoca, quando ha sentito quelle parole, probabilmente non gli ha dato molto peso considerato anche che il caso non era ancora scoppiato. Bisognerebbe capire e probabilmente lo si comprenderà dopo, prendendo quella frase nel mezzo di un contesto, quale sarebbe il senso da dare: bisogna capire anche il tono con cui la frase è stata detta. Certo non è un frase felice, ma non è che se un marito sente dire una frase del genere alla moglie in automatico pensa che stia organizzando un omicidio. Poi, chiaro, leggendo tutte queste cose a distanza di mesi, si sente un po' frastornato: non immaginava che la moglie potesse mai poter essere accusata di aver pianificato pestaggi o di aver nascosto una pistola nel giardino.