Omicidio di Giulia Tramontano

L’avvocato della famiglia di Giulia Tramontano: “Il dolore aumenta a ogni nuovo dettaglio sull’omicidio”

Si potrebbe presto avvicinare il processo per Alessandro Impagnatiello, il barman di Senago (Milano) che nel maggio scorso ha ucciso a coltellate la fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese. Quasi certa la contestazione della premeditazione.
A cura di Francesca Del Boca
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Sono trascorsi ormai cinque mesi dalla morte di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello nell'appartamento che i due condividevano a Senago (Milano). Le indagini di Carabinieri e Procura di Milano stanno quasi volgendo al termine: si avvicina insomma il processo per il barman 30enne che la sera del 27 maggio scorso ha colpito la compagna con 37 coltellate, tentando poi di dare fuoco al corpo e abbandonandolo infine tra le sterpaglie dietro casa.

L'aggravante della premeditazione

"Attendiamo adesso le determinazioni dalla Procura, che dovrebbero essere quelle della richiesta di giudizio immediato", ha commentato Giovanni Cacciapuoti, avvocato della famiglia di Giulia Tramontano, a Fanpage.it. "Verosimilmente, si svolgerà con la contestazione dell'aggravante della premeditazione nei confronti di Impagnatiello. Secondo quanto emerso, infatti, il proposito omicidiario verso Giulia sarebbe nato molto tempo prima del delitto e messo in pratica con tentativi sempre diversi, a differenza di quanto ritenuto in sede di convalida del fermo". Un'aggravante che, se riconosciuta, potrebbe costargli l‘ergastolo. 

Impagnatiello cercava di avvelenare la compagna con il topicida

E ancora. "L'altra aggravante, oltre ai futili motivi e la convivenza more uxorio, sarà senz'altro quella della crudeltà, visto il numero molto elevato di coltellate inferte a Giulia". L'autopsia sul corpo della giovane ha evidenziato i segni di 37 fendenti, sferrati con un coltello da cucina poi ritrovato sopra il frigorifero di casa. E confermato che Alessandro Impagnatiello stava in realtà cercando da mesi di avvelenare la compagna con veleno per topi, rinvenuto invece nello zaino da lavoro del barman: a decretarlo il ritrovamento di tracce di topicida nel sangue di Giulia e nel feto. Nei mesi precedenti, secondo quanto emerso, avrebbe inoltre più volte cercato sul web Come avvelenare una donna incinta, come avvelenare un feto. 

La famiglia di Giulia Tramontano

Preferisce non intervenire intanto la famiglia di Giulia Tramontano. "La famiglia di Giulia fin dai primi momenti ha scelto di affrontare questo dolore nel silenzio", sempre le parole del legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti. "Un dolore aumentato man mano che sono emerse tutte le novità investigative".

"Giulia è morta perché voleva un bambino. Voleva crearsi una famiglia. Ha creduto nell'amore", le uniche parole in pubblico del padre di Giulia, durante un evento commemorativo. "Questo è quello che noi vogliamo dire di Giulia. Non aggiungiamo altro".

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