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L’avvocato del 20enne picchiato in questura a Milano: “Si è trovato gli agenti addosso senza capirne il motivo”

Il ragazzo di vent’anni, che è stato picchiato da alcuni agenti della polizia di Milano, si trova nel Cpr di Gradisca. È assistito dall’avvocato Giovanni Iacono che ha spiegato a Fanpage.it che, una volta ricevuti tutti gli atti, si costituirà parte civile nel processo.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sette agenti della polizia di Milano sono indagati perché accusati di aver picchiato un ragazzo di vent'anni, originario della Tunisia, che era stato fermato nel capoluogo meneghino perché sprovvisto di documenti. Il giovane si trova adesso al Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca.

Per i sette l'accusa è di violenza privata aggravata “dall’abuso dei poteri” e di “violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione”. C'è poi un'ottava agente che invece è indagata per aver assistito alla scena e non aver presentato denuncia “all’autorità giudiziaria o ai suoi superiori”.

I fatti

I fatti risalgono allo scorso mese: "A inizio di ottobre è stato fermato a Milano per strada per controllare i suoi documenti. Non avendoli, è stato portato in Questura e precisamente nell'Ufficio Immigrazione di via Montebello. Lì hanno disposto l'espulsione per mancanza di permesso di soggiorno", ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato del ventenne Giovanni Iacono.

"Il mio cliente mi ha spiegato che, una volta negli uffici, avrebbe voluto presentare domanda per ottenere la protezione internazionale. A un certo punto è nato un diverbio e diversi agenti gli sono piombati addosso e lo hanno bloccato", prosegue l'avvocato.

Il giovane ha spiegato che, dopo la colluttazione, aveva riportato un trauma sul corpo: "Nessuno però lo ha visitato ed elaborato un referto. Ho chiesto che venga sottoposto non solo a una valutazione psicologica, ma anche a una psicologica. Lui, al momento dei fatti, si trovava in un contesto sconosciuto e si è ritrovato con diversi agenti addosso senza capirne il motivo".

Le telecamere del circuito interno hanno ripreso la scena: grazie a una segnalazione interna – probabilmente arrivata da altri agenti – la Procura è arrivata a conoscenza di quanto accaduto.

Il ragazzo è stato trasferito nel Cpr di Gradisca

Nel frattempo il ventenne è stato trasferito nel Cpr: "Io sono stato nominato suo difensore quando è arrivato nel Centro. Il ragazzo ha presentato la domanda per il riconoscimento della protezione internazionale, ma la commissione territoriale l'ha rigettata. A quel punto, ho presentato ricorso al Tribunale che lo ha accolto e ha sospeso il provvedimento della commissione".

Sono due gli elementi che hanno influito sulla decisione del giudice: la sua storia personale e quella penale. Nel primo caso, si fa riferimento al fatto che il ventenne, quando è arrivato in Italia, era minorenne. Nel secondo caso al fatto che, oltre a non aver alcun precedente, è persona offesa nel procedimento contro gli otto agenti della Questura di Milano.

Se entro una settimana dalla decisione del tribunale, non emergono elementi nuovi, sarà confermata la sospensione del provvedimento di espulsione e potrà uscire dal Cpr.

L'incidente probatorio

Nel frattempo venerdì scorso, proprio relativamente all'inchiesta che vede coinvolti gli agenti, si è svolta un'udienza con la formula dell'incidente probatorio dove il ragazzo si è presentato per confermare le accuse che sono però partite d'ufficio: "Il giorno in cui è accaduto tutto, il mio cliente non ha sporto denuncia. Quando ho saputo di questa cosa, gli ho fatto presente che la vicenda andrebbe seguita. Mi ha così dato mandato anche per questo caso", prosegue il legale.

Iacono ha precisato a Fanpage.it che l'intenzione, una volta ricevuti gli atti, è di costituirsi parte civile.

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