L’avvocata di Alessia Pifferi: “Aspettiamo le carte che dimostrano che aveva l’insegnante di sostegno”
Non si placa lo scontro tra le parti nel processo a Alessia Pifferi, la 39enne che nel luglio del 2022 ha fatto morire di stenti la figlia di 17 mesi Diana dopo averla abbandonata a casa da sola per una settimana, chiusa in piena estate nel proprio appartamento di Ponte Lambro. È così ancora duello in aula sulle condizioni psichiche dell'imputata, ritenuta pienamente capace di intendere e di volere (nonostante il disturbo di alessitimia, uno stato di "analfabetismo emotivo") da una perizia disposta dalla Corte e firmata dal dottor Elvezio Pirfo.
La difesa, però, prosegue sulla pista dell'infermità mentale. E affonda. "Stiamo trovando le carte giuste da depositare in Corte d'Assise. Abbiamo tempo fino al 12 aprile", ha spiegato l'avvocata Alessia Pontenani, che assiste Alessia Pifferi, a Quarto Grado. "Sto aspettando dei documenti dalla scuola elementare che frequentava Alessia, lì era seguita dall‘insegnante di sostegno". E ancora. "Le problematiche di questa donna sono evidenti, ne ha parlato chiunque si sia occupato di lei".
"La signora comprende le domande ma la qualità delle risposte è da disco rotto. È affetta da un disturbo dello sviluppo intellettivo, e quindi da una patologia psichiatrica", ha detto alla Corte il perito nominato dalla difesa, lo psichiatra Marco Garbarini. "Guardando alla vita della signora Pifferi come si fa a dire che non ci sia stata una compromissione del suo funzionamento in tutte le aree? Ha un funzionamento assolutamente menomato, lo ha sempre avuto, fin da quando andava a scuola".
Pareri opposti a quello del pm Francesco De Tommasi, convinto che dietro a una prima perizia su Alessia Pifferi effettuata dagli esperti di San Vittore ci fosse addirittura un "disegno criminoso". "Le psicologhe del carcere hanno manipolato Pifferi, non ci sto a essere preso in giro", l'accusa che ha fatto partire l'indagine parallela per falso ideologico e favoreggiamento nei confronti delle due professioniste e dell'avvocato difensore, che hanno respinto con sdegno le accuse.