“Lavoravo nella moda, parlo 3 lingue, ma nessuno vuole darmi un impiego per la mia età”: la storia di Dario
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Dario ha 58 anni e vive a Como. Per vent'anni è stato costretto a passare da un'occupazione all'altra perché sempre assunto con contratti a termine. Ha lavorato nel mondo della moda, della pubblica amministrazione o come assistente di una titolare di un'azienda di telefonia.
Ha vissuto per anni a Londra, Parigi e Madrid. L'ultima assunzione risale a marzo scorso: da quel momento più nulla. E nonostante conosca anche l'inglese e lo spagnolo, nessuno sembrerebbe intenzionato a offrirgli una nuova occasione.
"Ho lavorato per diverso tempo nel settore del fashion e del luxury. Ho gestito diversi negozi per grandi marchi. Per esempio uno a Cernobbio, sul lago di Como, per una grande firma italiana. Purtroppo era un lavoro stagionale", ha spiegato in un'intervista Fanpage.it.
Non sono mancate altre esperienze in altri settori: "Ho lavorato per sei anni nella pubblica amministrazione attraverso agenzie interinali: sono stato assunto nel back office allo sportello dell'ufficio legalizzazione dei documenti per le adozioni in Prefettura. Parlando bene due lingue, ero tra le figure che poteva interagire con i consoli e le ambasciate di tutto il mondo. Sempre tramite agenzia interinale, ho lavorato anche in un ufficio del Comune di Milano e in una sede dell'Inps del capoluogo meneghino dove mi occupavo delle aziende che non pagavano i contribuiti ai lavoratori".
E ancora all'estero: "Per tre anni sono stato in Svizzera dove sono stato assunto come assistente della titolare di un'azienda di telefonia che poi è stata arrestata per truffa".
Adesso però non riesce più a trovare un'occupazione: "Il problema è l'età. Sono troppo giovane per andare in pensione e obsoleto per il mondo del lavoro. Al Governo non importa nulla dei cinquantenni. Io mi sono sempre adattato, ho cambiato tanti lavori negli ultimi vent'anni. Ho sempre trovato contratti da tre mesi o sei mesi che sono stati prorogati. Ogni volta però, quando era il momento dell'assunzione, sono stati interrotti. Lo Stato permette questo modus operandi".
"Ho fatto anche le pulizie in alcune abitazioni e sono stato pagato dieci euro all'ora in nero. Ho mandato più di duemila curriculum in diversi settori, anche nei supermercati. In alcuni casi, mi hanno dato risposte standard e automatiche. In molti non hanno mai risposto o mi è stato detto che il mio non era il profilo giusto e che cercavano stagisti o tirocinanti perché, alla fine, non costano nulla. Ho fatto un colloquio telefonico e poi personale per la posizione di bellman per un noto hotel. Al termine mi è stato detto che massimo entro dieci giorni mi avrebbero fatto sapere: sono passate quattro settimane e nessuno mi ha contattato".
E nel frattempo la vita per Dario è sempre più complessa: "Sono indietro di tre mesi con l'affitto e rischio lo sfratto. Sto vivendo di elemosina. Ho chiesto anche a mia madre di farmi la spesa con la sua pensione. È un anno che non lavoro e non ho più un centesimo: non ho nemmeno potuto versare i contributi. Inoltre avendo un Isee pari a ottomila euro non posso accedere alla misura del reddito di inclusione perché il Governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di abbassare la soglia massima per richiederla. Sono disponibile ad andare in qualsiasi città o Paese. Però se dovessi andare via dall'Italia, non ritornerò più. Sono troppo deluso. Pensavo di raccogliere tutti i sacrifici che ho fatto nella vita e invece non è stato così. Vorrei trovare un lavoro che mi consenta di poter fare una vita dignitosa".