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Omicidio di Eros Di Ronza

L’autopsia su Eros Di Ronza, ucciso dai titolari del bar che stava derubando: colpito con 44 forbiciate

Eros Di Ronza è stato ucciso a forbiciate dai gestori del bar di via Giovanni da Cermenate a Milano mentre, all’alba dello scorso 17 ottobre, tentava di derubare qualche gratta e vinci. Ai domiciliari con l’accusa di omicidio volontario Shu Zou, 30 anni, e lo zio Liu Chongbing, 49 anni.
A cura di Francesca Del Boca
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È stato colpito 44 volte con un paio di forbici. Due i colpi mortali: uno al collo e l'altro al cuore, conficcato in pieno petto. È l'esito dell'autopsia condotta sul corpo di Eros Di Ronza, 37enne che all'alba del 17 ottobre è stato ucciso dai titolari del bar che stava cercando di derubare in via Giovanni da Cermenate a Milano, zona Stadera: in mano, quando è stato inseguito e finito da decine di fendenti, aveva una manciata di gratta e vinci.

Nei giorni scorsi la gip di Milano Tiziana Gueli ha confermato intanto l'accusa di omicidio volontario per Shu Zou, 30 anni, e Liu Chongbing, 49 anni, rispettivamente nipote e marito della donna titolare dell'esercizio commerciale che, dopo aver sentito suonare l’allarme del negozio, si erano scagliati contro il ladro. I due, adesso, si trovano agli arresti domiciliari."I gestori del bar hanno ucciso con rabbia e frustrazione. Avevano appena subito un furto, l'ultimo di una lunga serie", si legge infatti scritto nell'ordinanza di convalida del fermo dei due, immortalati dalle telecamere di sicurezza del locale.

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E ancora: "Non volevano vedere ancora una volta il frutto del loro lavoro dileguarsi in un attimo, con i conseguenti danni patrimoniali". E proprio lo stato di "shock emotivo" in cui i titolari, incensurati e da anni residenti in Italia, sono stati ritrovati dai carabinieri testimonierebbe "la presa di coscienza e la disperazione per la commissione di un gesto che anche loro stessi, forse, non ritenevano possibile". Ovvero inseguire il ladro per oltre 40 metri,  infierendo con una lama d'acciaio anche quando il  37enne si trovava già a terra, con il frutto del suo misero"bottino" sparpagliato sull'asfalto bagnato di pioggia.

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