L’autopsia su Daniele Di Marino, morto fuori dalla discoteca a Rimini: escuso il trauma violento nel locale
Nessun eventuale trauma violento riportato nel locale è stato la causa della morte improvvisa di Daniele Di Marino, professore universitario 42enne che nella notte tra sabato 16 e domenica 17 giugno ha perso la vita fuori da un locale di Bellaria (Rimini) dopo una festa in una discoteca sulla spiaggia: a decretarlo sono i primi risultati dell'autopsia sul corpo del docente, che quel fine settimana d'estate si trovava in vacanza in riviera con la moglie incinta.
Le ipotesi sulla morte improvvisa di Daniele Di Marino
"Potrebbe aver preso colpi alla testa o al torace mentre pogava", era stata una delle ipotesi iniziali, formulata grazie alla testimonianza della consorte: intorno alle 23.30 i due stavano percorrendo il lungomare insieme, per tornare a casa dopo la serata. Pista che oggi sembra essere stata completamente esclusa dall'autopsia, come riporta RiminiToday.
Al momento, così, per definire quale sia stata la causa del malore fatale si attende l'esito delle analisi tossicologiche. Il sostituto procuratore, al termine dell'esame autoptico al quale ha partecipato anche un consulente dei famigliari di Di Marino assistiti dall'avvocato Lorenzo Mazzeo del Foro di Roma, ha disposto nel frattempo il nulla osta per restituire la salma ai parenti.
La morte di Daniele Di Marino fuori dalla discoteca
Daniele Di Marino, 42 anni, originario di Roma, insegnava Biologia molecolare all'Università Politecnica delle Marche di Ancona nonostante abitasse da anni ormai a Como, dove era impegnato come volontario per la Croce rossa locale. Nella notte tra il 16 e il 17 giugno ha trascorso una serata in una discoteca a Bellaria, nel cuore della riviera romagnola. Una volta uscito, però, il 42enne non si è sentito bene, e si è accasciato a terra davanti alla compagna incinta e ai tantissimi passanti del lungomare.
La donna ha subito chiesto aiuto chiamando i soccorritori del 118, arrivati subito con un'automedica e un'ambulanza. Niente da fare: dopo più di mezzora di tentativi di rianimazione, i sanitari non hanno potuto fare altro che dichiararne il decesso.