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Laura Ziliani, il risultato dell’autopsia: non c’è acqua nei polmoni, non è morta per annegamento

L’autopsia eseguita ieri sul corpo di Laura Ziliani non ha trovato acqua nei polmoni. Si fa dunque sempre più lontana l’ipotesi che l’ex vigilessa di cui non si avevano più sue notizie da tre mesi sia morta per annegamento. L’esame dei medici legali spiega anche che il fatto che il cadavere sia stato trovato senza capelli è dovuto a una naturale conseguenza del decesso.
A cura di Giorgia Venturini
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Non c'è acqua nei polmoni di Laura Ziliani, il cui corpo senza vita è stato trovato la scorsa domenica in un torrente a Temù dopo tre mesi di ricerche. È quanto emerso dall'autopsia di ieri 12 agosto che ha confermato che il dna corrisponde proprio alle ex vigilessa di cui non si hanno più notizie dello scorso 8 maggio. Ora si indaga per cercare di ricostruire quanto accaduto: l'assenza di acqua nei polmoni – come riporta Il Giornale di Brescia – allontana gli inquirenti dall'ipotesi di annegamento. Sul corpo non sono visibili particolari segni di violenza. Saranno dunque ulteriori esami sul cadavere a cercare di dare una risposta sulle cause del decesso.

La caduta di capelli come conseguenza alla morte

L'autopsia ha anche negato che alla donna siano stati rasati i capelli: la caduta dei capelli sarebbe dovuta a una normale conseguenza della morte. Addosso non aveva alcun abito da montagna, ma probabilmente brandelli di quella che in origine era una vestaglia o un pigiama. A confermare l'identità del corpo è stato un callo sotto al piede e un orecchino appartenente alla donna. Al momento le indagini si stanno concentrando sull'ipotesi di omicidio: nella liste degli indagati ci sono due delle sue tre figlie della ex vigilessa. Con loro anche il fidanzato della maggiore: lui dovrà rispondere di concorso in omicidio e occultamento di cadavere.

Si segue la pista dei dissidi in famiglia per motivi economici

Resta ancora sconosciuto il movente: alla base forse dei dissidi famigliari che potrebbero essere legati all'abitazione di Temù trasformata poco tempo prima della scomparsa di Laura Ziliani in un bed and breakfast. Questioni economiche dunque. Saranno gli ulteriori accertamenti sul corpo a svelare le cause della morte. Le indagini sulle due figlie erano scattate dopo che agli inquirenti erano sorti dei dubbi sulla versione raccontata dalle due ragazze: nel loro racconto c'erano delle incongruenze. Così la Procura ha voluto capirci meglio. Altro elemento che gli investigatori stanno tenendo conto è il telefono cellulare di Laura Ziliani trovato nascosto nel divano nella casa di Temù e il suo computer invece in un angolo della cantina nell'abitazione a Brescia. Tutti i dettagli che giorno dopo giorno gli inquirenti dovranno chiarire.

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