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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

L’assessore Adriatici di nuovo a processo per omicidio, la sorella di Youns: “Il suo posto è il carcere”

Massimo Adriatici, l’ex assessore leghista del Comune di Voghera (Pavia) che il 21 luglio del 2021 uccise a colpi di pistola Youns El Bousettaoui, per il Tribunale di Pavia è da processare di nuovo con l’accusa di omicidio con dolo eventuale, e non di eccesso colposo di legittima difesa. La sorella: “Giustizia dopo tre anni”
A cura di Francesca Del Boca
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Tutto da rifare. Massimo Adriatici, l'ex assessore leghista del Comune di Voghera (Pavia) che il 21 luglio del 2021 uccise a colpi di pistola Youns El Bousettaoui, per il Tribunale di Pavia è da processare di nuovo. Stavolta con l'accusa di omicidio con dolo eventuale, e non di eccesso colposo di legittima difesa. "Adriatici deve pagare la pena che merita, ovvero il carcere. Deve essere messa nero su bianco la sua responsabilità per la morte di mio fratello", commenta oggi la sorella Bahija, presente in aula qualche giorno fa.

"Adesso speriamo che in tempi brevi fissino l’udienza, e il mio amato Youns possa avere giustizia. La vera giustizia che io, mamma e papà aspettiamo da tre anni", ha raccontato la donna, 37 anni, a Corriere della Sera. "Adriatici ha prima seguito Youns, lo aveva pedinato: se davvero aveva visto delle cose anomale e temeva qualche azione da parte di mio fratello avrebbe potuto telefonare alle forze dell’ordine. Invece questo non è avvenuto".

L'ex assessore alla Sicurezza, davanti agli inquirenti, ha sempre raccontato la stessa versione dei fatti. Quella sera avrebbe visto El Boussettaoui, affetto da problemi psichiatrici, vicino al bar Ligure di Voghera che "infastidiva i clienti". Avrebbe deciso allora di avvicinarsi e l'altro, in tutta risposta, gli avrebbe assestato uno schiaffo al volto tanto violento da farlo cadere a terra. Sarebbe a quel punto che l'imputato avrebbe estratto la pistola (con il colpo in canna e senza sicura) e sparato in direzione di Youns, uccidendolo.

"Anziché sparare contro mio fratello Adriatici avrebbe potuto sparare in aria o scappare, avvisare la polizia, i carabinieri. Inoltre, dopo aver colpito mio fratello, Adriatici ha mantenuto un atteggiamento di estrema freddezza: non lo dico io, lo dicono le indagini, le parole del giudice. Non certo l’atteggiamento di una persona sconvolta, terrorizzata, poco lucida, che dunque aveva sparato per difendersi da un pericolo incombente che non sapeva come affrontare".

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