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Omicidio di Sharon Verzeni a Bergamo

L’assassino di Sharon Verzeni avrebbe minacciato due ragazzini poco prima dell’omicidio: “Nessuno ha denunciato”

Moussa Sanagre ha raccontato di aver minacciato due ragazzini a Terno d’Isola (Bergamo) prima di uccidere Sharon Verzeni. I carabinieri, però, affermano che nessuno ha ancora denunciato quell’episodio.
A cura di Enrico Spaccini
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Moussa Sanagre è stato arrestato nelle prime ore di venerdì 30 agosto per l'omicidio di Sharon Verzeni avvenuto un mese fa a Terno d'Isola (in provincia di Bergamo). Il 30enne, però, prima di colpire la 33enne per quattro volte in via Castegnate avrebbe puntato il coltello contro un paio di ragazzini, minacciandoli. A raccontare questo episodio è stato lo stesso Sanagre durante l'interrogatorio davanti ai carabinieri, ma non ci sarebbe, per il momento, nessun altro riscontro in quanto gli stessi ragazzini non sono mai andati in caserma a riferire di quell'incontro. "L'invito è a presentarsi per riferire se effettivamente si è presentata questa minaccia", ha detto la procuratrice Maria Cristina Rota.

L'invito della procuratrice ai due ragazzini

L'incontro con i ragazzini, descritti da Sanagre come 15enni o 16enni, potrebbe rivelarsi un elemento importante. Fosse stato comunicato in precedenza, infatti, avrebbe potuto aiutare gli investigatori a una risoluzione più rapida del caso. Tuttavia, deve essere ancora del tutto verificato.

Come detto, nessuno si è presentato ancora in caserma raccontando di una presunta minaccia da parte di uno sconosciuto armato di coltello, tantomeno due ragazzini. Questi, poi, non sarebbero stati nemmeno inquadrati dalle telecamere di sorveglianza piazzate a Terno d'Isola e Sanagre non ha specificato dove li avrebbe incontrati. Rimane la possibilità che questo sia avvenuto, così come l'omicidio di Verzeni, in un punto cieco.

L'intenzione di "eliminare qualcuno"

Il frame della fuga
Il frame della fuga

La minaccia ai 16enni, inoltre, potrebbe provare il fatto che il 30enne quella sera si aggirava per Terno d'Isola con quattro coltelli addosso senza una meta specifica. Sanagre avrebbe detto durante l'interrogatorio con i carabinieri di aver sentito la necessità di "eliminare qualcuno", ma anche di non aver mai conosciuto Verzeni e di aver colpito lei solo per caso.

Il 30enne l'ha incrociata mentre passeggiava lungo via Castegnate. La 33enne aveva alle orecchie gli auricolari con la musica, perciò non si sarebbe accorta dell'arrivo di Sanagre. Lui l'ha colpita tre volte alla schiena e una al torace, per poi fuggire a tutta velocità.

A fornire un aiuto prezioso all'identificazione del 30enne, alla fine, ci hanno pensato altri due cittadini stranieri. Questi si erano presentati nei giorni scorsi dai carabinieri dicendo di aver visto una persona la sera del 29 luglio aggirarsi per il paese con fare sospetto in sella a una bici. Anche grazie alla loro descrizione, gli investigatori hanno potuto ricostruire il percorso fatto da Sanagre dopo l'omicidio riconoscendolo nei filmati registrati dalle telecamere di altri comuni.

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