Lascia la Calabria per insegnare a Milano: “Dopo 10 anni sarò scavalcata per le supplenze, rischio di non lavorare”
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Anna D.S. è una docente di 37 anni, originaria della Calabria che si è trasferita in Lombardia e precisamente a Gallarate (Varese) dove insegna in una scuola: "Ho una figlia di sei anni. Il mio compagno ha lasciato il lavoro in Calabria, per poter trasferirsi in Lombardia. Insegno da dieci anni e durante questo periodo ho sacrificato tante cose. Paghiamo un affitto e, a fine mese, le uscite oltrepassano di gran lunga le entrate. Ho sacrificato gli affetti e ho visto andare via senza un ultimo saluto tante persone care, perché? Per dedizione al lavoro", ha spiegato a Fanpage.it.
"Per dieci anni ho "cresciuto", educato e ho trasmesso le mie conoscenze e il mio sapere, ma soprattutto la mia passione, a tantissimi alunni. Per dieci anni ho svolto questo lavoro con dedizione, serietà ed orgoglio. E tutta la mia vita ruotava intorno a quella professione ed ai miei "ragazzi". Il mio problema? A settembre non avrò più un lavoro. Perché? Per quale motivo? Perché lo Stato italiano ha pensato bene di non dare pari opportunità a tutti i suoi dipendenti", ha affermato.
Attualmente per poter rimanere nella prima fascia della graduatoria per le supplenze è necessario svolgere un corso abilitante su materia. Gli ultimi disponibili risalgono al 2014. Quest'anno sono stati attivati nuovamente. A febbraio, infatti, è stato emanato un decreto che autorizza i corsi: questi però sono riservati a coloro che sono già abilitati in un'altra classe di concorso, che hanno un diploma magistrale conseguito prima del 2001 o che hanno una specializzazione di sostegno.
La misura danneggia soprattutto i triennalisti, cioè i docenti che hanno tre o più anni di servizio, che non sono abilitati e che, in questo modo, non potranno nemmeno accedere ai corsi necessari per avere una abilitazione: "Facciamo un esempio: una docente di ruolo insegna Arte e Immagine ed è abilitata in questa classe di concorso. Un'altra non di ruolo invece insegna Tecnologia senza però essere abilitata. La docente di ruolo su Arte e Immagine, che nel frattempo si è abilitata anche sulla Classe di concorso A060 tecnologia, entrerà in prima fascia pur non avendo mai insegnato tale materia a discapito dell'altra", spiega ancora Anna.
I triennalisti hanno così creato un comitato: "È nato dal basso: alcuni colleghi, attraverso i social, hanno riunito centinaia di persone. Adesso ci stiamo mobilitando per un ricorso collettivo". Ad aprile sono stati pubblicati dal Ministero dell'Istruzione anche i decreti attuativi per attivare i corsi per i triennalisti. Il comitato lamenta però che le Università si sono attivate solo adesso. Mentre i corsi per gli insegnanti già abilitati in un'altra classe di concorso e per coloro che hanno una specializzazione di sostegno sono a numero aperto e al cento per cento da remoto (eccetto che per l'esame finale), quelli per i triennalisti hanno un numero limitato e prevedono una modalità integrata (50 per cento in presenza e 50 percento online).
A peggiorare la situazione è la riapertura delle graduatorie provinciali per le supplenze, che hanno validità due anni e prevedono due fasce: la prima per i docenti con abilitazioni su materia, la seconda per quelli non abilitati. Consentendo solo a chi è già abilitato in un'altra classe di concorso, a chi ha una formazione di sostegno e chi ha un diploma ante 2001 di poter accedere ai percorsi di abilitazione, i docenti triennalisti resteranno in seconda fascia: "Oltre il danno, la beffa. Saremo scavalcati in massa da migliaia di colleghi. A settembre molti di noi si ritroveranno senza lavoro: chi ha maturato esperienza lavorativa resterà in seconda fascia, chi magari si è appena laureato, non ha esperienza e si è specializzato nel sostegno si troverà in prima fascia", precisa ancora la docente.