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L’Arpa stila la lista delle zone in Lombardia più a rischio radon, che per l’Iss provoca tumore al polmone

Secondo la mappatura appena pubblicata da Regione Lombardia sarebbero addirittura 90 i comuni classificati in area prioritaria, per un totale di 195mila persone a contatto con l’inquinante: la maggior concentrazione nelle fasce montane di Bergamo, Brescia e Sondrio. A rischio anche la pianura.
A cura di Francesca Del Boca
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

È ancora allarme radon in Lombardia. Secondo l’Istituto superiore di sanità sarebbero ben 900 i casi attesi di tumore al polmone legati al radon respirato in un solo anno (sui circa 3200 casi nazionali): si tratta di un componente tossico che, nei luoghi chiusi, può accumularsi e arrivare fino agli organi interni del nostro corpo. Anche l'Arpa regionale, del resto, mette in guardia dalla sua esposizione e indica le aree più a rischio. Secondo la mappatura appena pubblicata dalla Regione, sono infatti addirittura 90 i comuni classificati in area prioritaria, per un totale di 195mila persone coinvolte.

Cos'è il radon

Il radon è un composto radioattivo pericoloso per la salute, ma essendo un gas nobile, è poco reattivo chimicamente: generalmente, dopo essere stato inalato, viene espulso dall’organismo. La vera fonte di esposizione alle radiazioni è dovuta ai suoi prodotti di decadimento, anch’essi radioattivi, che si fissano al pulviscolo atmosferico e quindi irraggiano il tessuto polmonare e bronchiale. Il Dna delle cellule colpite può essere così danneggiato e, se i meccanismi di riparazione cellulare non sono sufficienti, si può sviluppare anche a distanza di anni un tumore polmonare: pericolo che aumenta considerevolmente se all'esposizione da radon viene abbinato anche il fumo di sigaretta.

Quali sono le aree ad alto rischio in Lombardia

Come spiega Arpa Lombardia, a essere davvero rischiosa per la salute umana è la concentrazione di radon nei luoghi chiusi. E indica le fasce montane di Bergamo, Sondrio e Brescia tra quelle con più comuni in area prioritaria (ovvero luoghi cui la stima della percentuale di edifici che supera il livello di 300 Bq/m3 di concentrazioni di radon indoor è superiore al 15 per cento, dove la percentuale degli edifici è determinata con indagini o misure di radon effettuate o riferite o normalizzate al piano terra).

"Le aree prioritarie non sono certo le uniche esposte, ma solo quelle in cui si è ritenuto di dare una priorità agli interventi di sensibilizzazione", si legge nel bollettino regionale. Che ricorda ai cittadini: "Non esiste un valore soglia al di sotto del quale il rischio è nullo. Ci si aspetta in realtà che il numero di casi di tumore al polmone attribuibile al radon sarà maggiore nelle aree più densamente abitate che sono ubicate nella fascia di pianura".

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