L’appello dei genitori di Omar Bassi, morto dopo un pestaggio in discoteca: “Chi ha foto o video ci contatti”
La famiglia di Omar Bassi continua a portare avanti la sua battaglia per la ricerca della verità sulla morte del 23enne originario di Bollate, in provincia di Milano. Il giovane ha avuto un malore lo scorso 5 agosto, mentre si trovava in vacanza in Calabria, ma i parenti sono convinti che la causa del decesso possa essere attribuita anche alle percosse che ha ricevuto durante un pestaggio avvenuto il 20 luglio fuori a una discoteca di Origgio, in provincia di Varese. Per questo ora hanno lanciato, per il tramite del loro legale, l'avvocato Francesco Maraia, un appello a tutti coloro che erano presenti quella sera in quel locale.
Il pestaggio e la morte di Omar Bassi
Il 20 luglio Omar Bassi è andato, insieme ad alcuni amici e parenti, alla discoteca Dolce Beach di Origgio, dove il cugino festeggiava il suo compleanno. Sarebbe finito in mezzo a una rissa e, a dire della cugina, sarebbe intervenuto per difendere i familiari che venivano colpiti dalle persone del tavolo accanto. Sta di fatto che i buttafuori del locale, che ora ha deciso di chiudere in via precauzionale, hanno portato tutti fuori e si sarebbero accaniti su Omar. Tanto che, a causa delle lesioni riportate, è finito all'ospedale Sacco di Milano. Qui, però, l'attesa era troppo lunga e il 23enne ha deciso di tornare a casa.
Due giorni dopo le ferite continuavano a fargli male e quindi Omar si è rivolto all'ospedale di Garbagnate, che lo ha dimesso con la seguente diagnosi: "Esiti da contusioni multiple al viso, ferita lacero contusa della mucosa orale e trauma contusivo cranico". Una valutazione clinica non da poco, ma intanto le ferie incombevano e il ragazzo decide di non rinunciare alle vacanze e parte ugualmente per la Calabria. Qui ha avuto un malore mentre faceva la doccia. Portato d'urgenza in ospedale, è deceduto.
L'appello dei genitori di Omar Bassi
I familiari sono convinti che il decesso possa essere avvenuto anche a causa di quelle percosse, oltre che all'ospedale di Garbagnate non abbiano capito la gravità della situazione. Per questo hanno sporto denuncia e ora la Procura della Repubblica di Busto Arsizio ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale, anche se al momento non c'è nessun iscritto nel registro degli indagati. Intanto, però, è stata disposta l'autopsia sul corpo del 23enne.
In virtù di quest'esame, "secondo diversi medici legali, le percosse ricevute quella notte potrebbero essere state la causa diretta del tragico epilogo", scrive l'avvocato Maraia, che assiste la famiglia Bassi, che poi aggiunge: "Per ricostruire con esattezza i fatti, stiamo conducendo un’indagine difensiva e abbiamo bisogno del supporto di chiunque fosse presente quella notte". Essendo trascorsi 15 giorni dal giorno del pestaggio a quello del decesso e quindi della denuncia è molto concreto il rischio che non ci siano più immagini di eventuali telecamere della zona, che per legge devono essere cancellate dopo alcuni giorni, a meno che non vengano sequestrate prima dall'autorità giudiziaria.
Per questo i familiari, tramite il loro legale, hanno lanciato un appello "a chiunque abbia assistito alla scena o disponga di immagini, video, o informazioni utili, affinché si metta in contatto
con noi. Anche il più piccolo dettaglio potrebbe essere determinante per far luce sulla verità". A tale scopo l'avvocato Maraia mette a disposizione il suo indirizzo email: info@studiolegalemaraia.it.