L’amica di Sofia Castelli faccia a faccia con l’assassino durante il processo: “Non sopportavo la sua vista”
C'era anche lei nell'appartamento di Cologno Monzese in cui, la mattina dello scorso 29 luglio, Zakaria Atquaoi ha ucciso ha coltellate nel sonno l'ex fidanzata 20enne Sofia Castelli: si era nascosto nell'armadio, aspettando il rientro della giovane dopo una serata in discoteca. Aurora Fiameni dormiva accanto all'amica, ma in un'altra stanza. Oggi, dopo quasi sei mesi, l'incontro in aula con l'assassino, a processo per omicidio volontario. "È stato agghiacciante", le parole della ragazza, che si è costituita parte civile. "Mi ha colpito il fatto che fosse impassibile. Mi hanno detto che cercava di guardarmi, ma io non sopportavo la sua vista". E conclude. "Ora spero solo che Sofia abbia finalmente giustizia".
Le due erano amiche inseparabili, sempre insieme dal primo anno del liceo. Sono vicine anche la notte del 29 luglio, quando rincasano dopo la serata trascorsa a ballare in un locale di via Corelli a Milano: l'ultima storia Instagram pubblicata da Aurora le immortala mentre cantano in macchina. "Sofia aveva lasciato da poco Zakaria, era diventato opprimente e possessivo, si sentiva come in gabbia. Ma lui mi aveva scritto un messaggio proprio quel giorno: Tranquilla Aurora, io Sofia ora me la voglio dimenticare". E invece lui, poche ore prima del delitto, sale in casa di Sofia e fingendo di dover discutere con lei prende con sé le chiavi di riserva dell'appartamento.
"Quando siamo tornate parlavamo dei ragazzi che avevamo incontrato, dei ragazzi che ci potevano piacere… Era una normale conversazione che si può fare dopo la discoteca, a 20 anni, prima di andare a dormire". Zakaria esce dall'armadio quando Sofia si addormenta, e la finisce a coltellate. Quando andrà a costituirsi, subito dopo il delitto, dirà: "Ho ucciso la mia ragazza". "Sofia era la mia migliore amica e la vivevo ogni giorno della mia vita. Prima provavo rabbia verso di lui, ora per me è come se fosse morto".