L’amica di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta: “Non le interessava la pubblicità”
"Era una donna onesta, non aveva alcun interesse a farsi pubblicità". Sono le parole di un'amica di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano trovata morta la scorsa domenica 14 gennaio dopo essere finita al centro di un caso mediatico per una presunta recensione sul suo locale.
"Sono arrabbiata, l'hanno distrutta psicologicamente", ha detto alla trasmissione di Rete 4 Dritto e Rovescio, escludendo categoricamente la possibilità che la donna potesse aver falsificato la recensione delle polemiche: in questo commento un cliente del ristorante si scagliava contro gay e disabili. "Non era da lei raccontare le bugie".
Nel frattempo la Procura di Lodi indaga per istigazione al suicidio. Sotto la lente degli inquirenti c'è proprio la presunta recensione della pizzeria: sarà innanzitutto un consulente informatico a stabilire se fosse autentica o artefatta, così come l'analisi del quaderno delle prenotazioni, degli scontrini e dei filmati della telecamera della pizzeria. "La signora ha confermato come veritiera la versione che aveva pubblicato sui social", aveva dichiarato il maggiore dei Carabinieri della Compagnia di Lodi Gabriele Schiaffini. Gli inquirenti, oltre a cercare di ricostruire se e come la pressione mediatica e social possa aver pesato sulla tragica decisione finale, valuteranno anche il quadro familiare della donna, che proprio 13 anni fa aveva perso un fratello nello stesso modo.
"Giovanna era ossessionata dagli haters", le parole ai militari del marito Nello D'Avino, che con Giovanna Pedretti gestiva la pizzeria di via XX Settembre. "Io e nostra figlia le dicevano di stare calma, che sarebbe presto finito tutto". Poche ore dopo la 59enne viene trovata senza vita tra le acque del fiume Lambro, dove si è lasciata annegare dopo essersi recisa le vene dei polsi.