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Ladro torna in libertà dopo 6 mesi di domiciliari, la vittima: “Non sporgo querela, ho paura”

Il componente di una banda ritenuta responsabile di una serie di furti è tornato in libertà dopo 6 mesi di domiciliari. Una delle vittime, chiamate in aula dal giudice, si è rifiutata di querelarlo perché teme ritorsioni.
A cura di Enrico Spaccini
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Il Tribunale di Brescia
Il Tribunale di Brescia

Un 28enne componente di una banda ritenuta responsabile di una serie di furti in diverse tabaccherie del nord Italia è stato rimesso in libertà dopo aver trascorso sei mesi agli arresti domiciliari. "Sarebbe stato condannato ove ci fosse stata una querela di parte", ha scritto il giudice che ha confermato la sentenza di proscioglimento. Infatti, una delle vittime dei reati, la titolare di una tabaccheria bresciana, chiamata in aula ha dichiarato: "Non sporgo querela, ho paura".

Il timore delle ritorsioni

"Effetto Cartabia", ha commentato un magistrato nei corridoi del Tribunale di Brescia. Sì, perché tra le novità introdotte dalla riforma firmata dall'ex ministra della Giustizia, Marta Cartabia c'è anche quella che stabilisce che una serie di reati non è procedibile se non c'è la querela di parte. In quella lista, c'è anche il furto aggravato.

Temendo ritorsioni da parte dello stesso 28enne, di origine rumena, o degli altri componenti della banda alcuni dei quali fuggiti, la tabaccaia si è rifiutata di sporgere querela. Quindi, anche se per gli inquirenti quel gruppo "ha come unica fonte di guadagno il provento dei furti", il caso è da considerarsi chiuso e il 28enne è tornato libero.

I complici in attesa di processo

Non passano molti giorni dalla sentenza, che è tornato dalla Romania un altro complice del 28enne sul quale pendeva un mandato di cattura internazionale. Atterrato all’aeroporto di Orio al Serio, è stato portato in carcere a Brescia. Tuttavia, visto come si è concluso il procedimento per il suo compagno, probabilmente anche per lui l'esito è già scritto.

Stessa cosa accadrà per un terzo componente della banda, riportato a Brescia grazie all'aiuto delle autorità della Lituania. "Stiamo provando a rintracciare le vittime dei reati che dal 31 dicembre sono procedibili solo con querela di parte", afferma un pm, "ma la stragrande maggioranza non intende sporgere denuncia. Tanti proprio per timore".

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