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L’acqua potabile in Lombardia è contaminata: a Lodi e Bergamo i dati più preoccupanti

Greenpeace mostra per la prima volta la mappa della presenza di Pfas inquinanti nelle acque degli acquedotti lombardi. E denuncia: “In diversi casi le autorità erano al corrente da anni di questa contaminazione da sostanze chimiche, eppure la popolazione non è mai stata avvertita dei rischi”
A cura di Francesca Del Boca
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L'acqua potabile in Lombardia è contaminata da sostanze chimiche artificiali prodotte dalle attività industriali: un ampio gruppo di molecole in grado di incidere pesantemente sulla salute umana, e correlate allo sviluppo di alcune forme tumorali come il cancro al rene. 

Lo denuncia Greenpeace Italia, che attraverso l'ultima indagine sui campioni d'acqua lombarda destinata a uso potabile ha evidenziato un quadro allarmante: in Lombardia è stata registrata la presenza di Pfas in quasi il 20 per cento delle analisi condotte dalle autorità sanitarie regionali a partire dal 2018.

Maglia nera? Le province di Lodi, Como e Bergamo. Tra i Comuni, quelli di Crema, Crespiatica (Lodi) e Pontirolo Nuovo (Bergamo). 

Sarebbero migliaia, insomma, i cittadini lombardi che dal 2018 hanno inconsapevolmente bevuto acqua contenente Pfas, utilizzandola per cucinare o per irrigare campi e giardini.

"Le autorità sapevano e non hanno fatto niente"

Il tutto, come denuncia Greenpeace Italia, sotto il complice silenzio di Regione Lombardia. "In diversi casi le autorità erano al corrente da anni di questa contaminazione, eppure non risultano campagne informative rivolte alla popolazione, che non è stata quindi avvertita dei rischi a cui è esposta", si legge nell'inchiesta dell'Unità Investigativa di Greenpeace Italia.

"Grazie a questa campagna di trasparenza e di accesso all’informazione, per la prima volta è stato possibile visionare le analisi eseguite sugli acquedotti lombardi". E i risultati, secondo questo studio, sono davvero sconcertanti. "Ma non solo. Non si può escludere che queste contaminazioni stiano andando avanti tuttora".

Quali sono le aree dove le acque sono contaminate

Greenpeace Italia, intanto, ha realizzato un'apposita mappa che indica le zone in cui i valori di contaminazione delle acque potabili sono più elevati: i risultati sono stati ottenuti attraverso le analisi fatte dai gestori e dalle autorità sanitarie lombarde su campioni di acqua raccolti nelle varie province.

Dando uno sguardo alla contaminazione rilevata per province, la maglia nera spetta alla provincia di Lodi, con l’84,8 per cento dei risultati dei campioni ricevuti da Greenpeace Italia positivo alla presenza di Pfas. A seguire le province di Bergamo e Como, rispettivamente con il 60,6 per cento e il 41,2 per cento dei campioni contaminati.

Se si dà uno sguardo invece ai Comuni in cui si registrano i valori di contaminazione più elevati, sul podio si trovano Crema, Crespiatica (in provincia di Cremona) e Pontirolo Nuovo (provincia di Bergamo), con dati che superano in tutti i casi i mille nanogrammi per litro (ng/l) di Pfas per singolo prelievo.

I risultati dell'indagine condotta da Greenpeace Italia
I risultati dell'indagine condotta da Greenpeace Italia

La situazione nella città di Milano

Risultati non incoraggianti sono emersi anche rispetto alla città di Milano, con poco meno di un campione su tre risultato contaminato. Nel dettaglio, dei 367 risultati di campioni consegnati il 31,1 per cento ha rilevato la presenza di Pfas: tra le aree della città che presentano le contaminazioni più elevate troviamo Crescenzago, Cantore, Anfossi, Assiano, Lambro, Padova.

Cosa sono i Pfas ritrovati negli acquedotti lombardi

I Pfas sono un gruppo di migliaia di sostanze chimiche di sintesi prodotte dalle industrie. Si possono trovare ovunque, dai cosmetici ai capi di abbigliamento impermeabili, dalle padelle antiaderenti agli imballaggi in carta.

Presenti in numerosissimi prodotti di uso comune, i Pfas sono però notevolmente pericolosi per noi e per l’ambiente. L'esposizione a queste sostanze è stata associata a una serie di effetti negativi sulla salute come problemi alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario, obesità, diabete, elevati livelli di colesterolo, diabete gestazionale, impatto negativo sulla fertilità, oltre che alcune forme tumorali come il cancro al rene e ai testicoli.

Una legge

Nonostante ciò in Italia, ancora oggi, non esiste una legge che ne vieti la produzione e l'utilizzo. E gli enti gestori delle acque, per questo, non sono obbligati a verificarne la presenza nei nostri acquedotti. "Ma, per avere dei termini di paragone, analizzando i risultati dei campioni inviati a Greenpeace Italia si nota come parte dell’acqua della Lombardia sarebbe considerata non potabile secondo i parametri proposti negli Stati Uniti".

"Serve una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i Pfas, insieme all’adozione di adeguati provvedimenti di bonifica e all’individuazione di tutti i responsabili dell’inquinamento", è l'appello finale di Greenpeace.

"A Regione Lombardia, così come a tutte le regioni italiane, chiediamo di varare un piano di monitoraggio sulla presenza di Pfas nelle acque potabili e di rendere disponibili alla collettività gli esiti di tali indagini".

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