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Caso Iovino-Fedez

“L’accordo fra Fedez e Iovino non è per forza un’ammissione di responsabilità”: la spiegazione del giudice

Il rapper Fedez e Cristiano Iovino hanno raggiunto un accordo: il personal trainer romano rinuncerebbe a eventuali azioni legali nei confronti del cantante relativamente alla presunta aggressione ai propri danni che sarebbe avvenuta tra il 21 e il 22 aprile a Milano. Valerio de Gioia, Consigliere di corte di Appello di Roma, ha spiegato perché potrebbe non essere considerata un’ammissione di responsabilità.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di oggi, martedì 21 maggio, è stata diffusa la notizia di un accordo transattivo tra il rapper Fedez e Cristiano Iovino. Il personal trainer romano rinuncerebbe a eventuali azioni legali nei confronti del cantante relativamente alla presunta aggressione ai propri danni che sarebbe avvenuta tra il 21 e il 22 aprile a Milano. La Procura di Milano, in merito a questa vicenda, aveva iscritto l'artista nel registro degli indagati per rissa, lesioni e percosse in concorso. Cosa accadrà adesso? A spiegarlo a Fanpage.it è Valerio de Gioia, Consigliere di corte di Appello di Roma.

Valerio de Gioia
Valerio de Gioia

"È una cosa frequente in Italia, ma lo è ancora di più all'estero dove questi accordi possono essere raggiunti anche per reati procedibili d'ufficio. Nel nostro Paese, invece, possono essere stipulati solo per reati procedibili su querela. Per reati procedibili d'ufficio si intendono quelli in cui c'è un interesse dello Stato che prescinde dall'interesse delle parti. Nel caso di reato per rissa, per esempio, sussiste una pericolosità che riguarda la collettività: diventa una situazione di pericolo perché potrebbe essere coinvolto anche un passante o potrebbero esserci danni materiali".

Il reato d'ufficio di rissa prevede una multa fino a duemila euro: "I partecipanti potrebbero rischiare una pena da sei mesi a sei anni di reclusione nel caso in cui qualcuno riporti, nel corso della rissa, una lesione personale. Tutti i partecipanti potrebbero rischiare la pena a prescindere da chi possa aver cagionato o meno la ferita. È vero che non si procederà per lesioni nel caso in cui è rimessa la querela per lesioni personali e percosse, ma potrebbe essere riconosciuta come aggravante nel caso del reato di rissa".

Normalmente però le lesioni personali sono accompagnate da un referto medico: "Generalmente si riscontrano sulla base di un certificato medico. Questo, infatti, fornisce il numero di giorni di prognosi e consente di comprendere se si tratti di lesioni lievi, gravi e gravissime. Il certificato non è però un requisito chiesto dalla norma: questa, infatti, fa riferimento a una malattia nel corpo e nella mente. Il referto è una prova della malattia, però se durante il corso dell'udienza la vittima spiega che per cinque giorni non è riuscita ad alzarsi dal letto proprio per quello che ha subito, è possibile procedere per lesioni".

"Nel caso specifico, se non c'è un referto, se è stato raggiunto un accordo e nel caso in cui Iovino dovesse dire che il giorno dopo ai fatti stava bene, potrebbe cadere il delitto di lesione. Vero è che se qualcuno testimonia e afferma di aver assistito a un'aggressione e che la vittima è andata via senza riuscire a muovere un braccio è più complesso superarlo. Sicuramente l'assenza del referto può aiutare a livello processuale nell'escludere le lesioni, ma non è requisito indispensabile. Anche le immagini di un video potrebbero consentire che venga riconosciuto: se nei frame è possibile notare che una persona colpisce con un casco una persona che poi cade a terra, anche in quel caso è possibile contestare le lesioni".

L'aver raggiunto un accordo potrebbe essere quindi intesa come un'ammissione di responsabilità? "Tendenzialmente sì perché se si è sicuri della propria estraneità ai fatti si propende per andare a processo così da dimostrare di non c'entrare nulla. Ci sono però due elementi da non sottovalutare. Il primo è che nei processi c'è sempre un rischio. Anche se non ci si ritiene responsabili, si potrebbe decidere di stipulare un accordo per non correrne alcuno. Il secondo consiste nell'eventualità in cui si dimostri che non si sia trattato di rissa, ma di litigi tra singole persone. In quel caso, allora, rimettendo la querela per lesioni, il processo non andrà avanti. È possibile quindi che Fedez speri che raccontando i fatti si capisca che non era una rissa, ma un litigio tra singoli. In questo caso, la remissione di querela, potrebbe salvarlo".

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