L’abbraccio di Milano ai tre giovani cinesi morti nell’incendio di via Cantoni: “Sono nostri figli”

Cerimonia in piazza Gramsci per ricordare tre ragazzi cinesi che hanno perso la vita la notte tra il 12 e il 13 settembre: presenti anche l’assessore alla sicurezza di Milano Granelli e al presidente del Senato Ignazio La Russa.
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Fiori, lumini a formare un cuore e uno striscione nero con i volti di Pan An, Dong Yandan e Liu Yanjie (24, 18 e 17 anni), giovanissime vittime dell'incendio di via Cantoni: Milano e la comunità locale cinese hanno ricordato domenica pomeriggio i tre ragazzi che hanno perso la vita asfissiati nella notte tra il 12 e il 13 settembre in uno showroom dove dormivano.

I tre ragazzi "erano arrivati a Milano da pochi giorni, è una disgrazia" racconta Francesco Wu, fondatore e presidente onorario dell’Unione Imprenditori Italia Cina. Le tre vittime "non dovevano sicuramente essere lì, ma questo non giustifica morire così, asfissiati addirittura, non osiamo immaginare il dolore che stanno provando le famiglie e lo sentiamo anche", continua Wu con il pensiero al dolore delle due madri presenti alla cerimonia.

Il cordoglio istituzionale

"La comunità cinese fa parte a Milano del nostro tessuto, è un lutto che appartiene a tutta Milano" sono state le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa che ha salutato le madri dei ragazzi e deposto un fiore sotto lo striscione.

"Consideriamo questi tre giovani tragicamente deceduti nostri figli" è stato invece il pensiero dell'assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Marco Granelli. La morte dei tre giovani "è un brutto episodio con le caratteristiche della possibile estorsione" ha detto ancora Granelli.

L'incendio nello showroom

E infatti le prime indiscrezioni sulla natura dolosa dell'incendio sarebbero state confermate dai rilievi effettuati dai vigili del fuoco grazie ai cani che nel sopralluogo del 20 settembre avrebbero rilevato tracce di accelerante. Sotto la lente degli investigatori ci sono anche le immagini catturate dalle telecamere presenti nella zona. A questi elementi si aggiungono anche le minacce estorsive che i titolari dello showroom (zii delle due vittime più giovani) avrebbero ricevuto nei giorni precedenti all'incendio.

"Chiediamo che si faccia luce su quello che è successo, erano ragazzi innocenti, erano nel posto sbagliato nel momento sbagliato", ha detto ancora Francesco Wu, per ricordare Pan An, Dong Yandan e Liu Yanjie.

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