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Covid 19

La vicesindaca di Brescia Castelletti: “Siamo messi come a marzo 2020, dobbiamo vaccinarci subito”

“Alcuni pronto soccorsi hanno chiuso le loro porte perché non erano più in grado di ricevere pazienti, dirottandoli verso altri ospedali, esattamente come accadeva nel marzo scorso”. Queste le parole a Fanpage.it della vicesindaca di Brescia Laura Castelletti nel commentare la delicata situazione che si vive nella provincia che ha portato alla decisione di rendere l’intero territorio zona arancione rinforzata.
A cura di Filippo M. Capra
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"Siamo più o meno nella situazione del marzo scorso, dobbiamo essere vaccinati quanto prima perché le chiusure da sole non bastano". Così a Fanpage.it la vicesindaca di Brescia Laura Castelletti il giorno dopo la decisione della Regione Lombardia di rendere tutta la provincia del capoluogo zona arancione rinforzata. E proprio per la tempistica della comunicazione, arrivata all'ultimo minuto, la vicesindaca spiega che "essere avvertiti un po' prima consente di gestire meglio la situazione, perché le famiglie si sono ritrovate i bambini a casa da scuola e i ristoratori, ad esempio, sono dovuti passare rapidamente al solo delivery".

Vicesindaca, vi aspettavate questa decisione della Regione? 

I numeri ci portavano in questa direzione ma non sapevamo il tipo di chiusura, se rossa, arancione o arancione rinforzata. Sappiamo che Brescia ancora una volta si trova in una situazione di difficoltà, nella terza ondata annunciata da Bertolaso: siamo più o meno nella situazione del marzo scorso.

Come spiegate il grande aumento di positivi?

I tamponi sono diventati finalmente accessibili e i cittadini li stanno facendo. Il numero dei contagiati si è alzato anche per questo ma la situazione è complessa. Stiamo cercando i positivi, specialmente gli asintomatici, ma la realtà è che i pronto soccorsi sono sotto pressione e la zona arancione è necessaria. Anzi, forse serviva qualcosa di più ma non si può pensare di fare qualcosa di più senza fare contemporaneamente i vaccini. E questo è quello che stiamo chiedendo a Regione e Governo: solo così si può riprendere la vita normale.

Com'è la situazione all'interno degli ospedali?

Molto complessa. Guardiamo con preoccupazione i numeri crescenti nei nostri nosocomi. Alcuni pronto soccorsi hanno chiuso le loro porte perché non erano più in grado di ricevere pazienti, dirottandoli verso altri ospedali, esattamente come accadeva nel marzo scorso.

(Ha collaborato Simone Giancristofaro)

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