La vera storia della via Gluck di Celentano: com’è cambiata la strada di Milano
Questa sera, 25 dicembre, nel suo "Stanotte a Milano" Alberto Angela va alla scoperta del capoluogo lombardo e della via Cristoforo Gluck. La strada del Municipio 2, nel quartiere Greco della città a pochi passi dalla Stazione Centrale, resa celebre dalla canzone autobiografica di Adriano Celentano che sarà ospite d'eccezione del programma. Presentata a Sanremo 1966, I ragazzi della via Gluck parla di un ragazzo che torna nei luoghi della sua infanzia, che non sono più verdi e spensierati come li aveva lasciati, preda dell'urbanizzazione del dopoguerra. Un brano che parla dello stesso cantante, nato al civico 14 proprio in via Gluck.
La storia della via Gluck: Adriano Celentano nasce al civico 14
"Là dove c'era l'erba ora c'è una città… E quella casa in mezzo al verde, ormai, dove sarà". Adriano Celentano è nato il 6 gennaio del 1938 al civico 14 di quella via Gluck, il compositore tedesco operista del ‘700 e rappresentante del classicismo. Ultimo dei cinque figli di Leontino e Giuditta, immigrati pugliesi, Adriano ha vissuto con la sua famiglia in quella palazzina fino ai 13 anni.
I Celentano abitavano al piano terra dell'edificio che in tutto ne contava tre oltre a un cortile. Lasciarono la via quando Adriano aveva 13 anni. Il cantante tornerà a vivere in quel quartiere anni dopo, in via Zuretti 47, la parallela alla Gluck.
Come nasce "Il ragazzo della via Gluck"
Come lui stesso ha raccontato, la prima idea della canzone gli arriva quando aveva solo quattro anni. "Mentre giocavo nel cortile vidi un raggio di sole. Una parte del cortile era illuminata, mentre l'altra metà era in ombra. Iniziai a rotolarmi felice tra la parte illuminata dal sole e l'ombra".
Fino a che si fermò sdraiandosi terra con le braccia e le gambe aperte guardando il raggio di sole. "M’inchinai e baciai quel raggio. Avvertii, pur essendo così piccolo, quanto ero felice. Libero di correre sui prati. Di sporcarmi, senza temere nulla, protetto da tutta la famiglia e dai miei amici. Anche loro liberi e felici come me di correre sui prati. Poveri, certo, ma bastava stare insieme e condividere quello che c’era".
La scintilla che fece nascere la sua "coscienza ambientalista, un grido di dolore contro chi stava minacciando la vita e il pianeta stesso". Celentano ha presentato per la prima volta I ragazzi della via Gluck al festival di Sanremo del 1966, cantando con il Trio del Clan, Gino Santercole, Ico Cerutti e Pilade.
Furono tra i primi eliminati. La canzone, come sappiamo, ebbe un enorme successo negli anni seguenti, anche grazie ai movimenti culturali del '68. ‘I ragazzi della via Gluck' fu anche il nome del gruppo musicale di supporto di Celentano dal 1966 al 1978.
Dagli anni '50 ad oggi, com'è cambiata via Gluck a Milano
Quel cortile che ispirò Celentano, ormai, è diventato un deposito a cielo aperto, con carcasse di mobili ed elettrodomestici malconci. Tutta la via Gluck, con il passare dei decenni, è cambiata profondamente. Prima per via dell'urbanizzazione del dopoguerra, poi per un progressivo abbandono.
"È diventata la via più brutta d'Europa", ha detto lo stesso cantante che ogni tanto torna tra quei palazzi. Il suo, il numero 14, è ancora una volta simbolo dei suoi tempi: ancora color grigio e nocciola, ma in stato di semiabbandono. Non ci sono più le botteghe del falegname della sarta, del barbiere. Solo qualche osteria e negozio dalla gestione multietnica.