La testimone delle violenze di Capodanno in piazza Duomo: “Le strappavano i vestiti, erano in venti”
"Teneva stretto a se un giubbotto rosso per cercare di coprirsi, perché era praticamente nuda. Circa venti persone l'hanno toccata ovunque, lei era sotto shock, piangeva, quando sono intervenuti i poliziotti non riusciva a stare in piedi per la paura".
Piazza Duomo, Capodanno 2022, un angolo nei pressi del McDonald's. È il racconto di una testimone di quella notte, la notte in cui alcune ragazze (almeno 9) vennero accerchiate e molestate da un branco di circa 20 giovani.
I presunti responsabili individuati dalla Procura sono, per il momento, quattro ragazzi egiziani tra i 19 e i 20 anni.
Adesso, durante l'udienza a carico di Abdallah Bouguedra, l'imputato di 21 anni a processo per rito ordinario e accusato dei reati più gravi, parla una delle ragazze. È quella che ha girato un video poi diventato virale, riprendendo involontariamente alcune scene di violenza collettiva.
La testimonianza delle violenze di Capodanno
"Sembrava una rissa, per questo ho iniziato a riprendere", le parole della giovane in aula. "Poi ho capito cosa stava succedendo. La ragazza era piena di graffi, aveva segni sul petto, in faccia, sentivo che gridavano "la ragazza, la ragazza!" e poi ho visto che le strappavano i vestiti".
"Ho cercato di raggiungerla e di farle scudo, ma erano in troppi. Era seminuda, soltanto il fatto di avere le scarpe ha impedito agli aggressori di sfilarle i pantaloni".
La stessa versione di un altro partecipante ai festeggiamenti in Duomo. "Quando l'ho vista aveva solo il top e la giacca, c'era chi la tirava a destra che a sinistra, la strattonavano e la palpavano, alla fine ho visto che era senza niente addosso".
La difesa dell'imputato
"Ho solo un’immagine, nella testa", si difende intanto l'imputato. "Che loro si tengono per mano ed entrano in questo gruppo di trenta persone. Non mi sono accorto che erano aggredite, altrimenti sarei intervenuto. Tutti gridavano quella sera".
E si dichiara completamente estraneo ai fatti. "Se le ragazze hanno detto cosi, non si riferivano al mio gruppo di Torino. Non erano infastidite, anzi abbiamo cercato di aiutarle perché avevano perso il cellulare".