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La studentessa disabile cacciata dall’aula perché mangiava: “Sono distrutta e arrabbiata”

Giorgia è una studentessa disabile dell’Università di Pavia che mercoledì è stata cacciata dall’aula perché mangiava: “Sono distrutta e arrabbiata per quello che mi è successo”, ha raccontato a Fanpage.it.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Quello che mi sento di dire è che oggi è capitato a me che sono una ragazza forte, che ha le spalle una famiglia che le vuole bene e un importante percorso psicologico. Poteva però capitare a un ragazzo o una ragazza più fragile che invece dopo questa vicenda si sarebbe chiuso in se stesso e magari non sarebbe più andato in università": a dirlo a Fanpage.it è Giorgia, la studentessa che mercoledì 9 novembre 2022, è stata cacciata dal personale universitario perché stava mangiando in un'aula del Polo San Tommaso dell'Università di Pavia.

Giorgia ha una patologia oncologica che la rende invalida civile al 100 per cento. Mercoledì, considerata la pioggia e il freddo, ha deciso di recarsi nell'aula dove avrebbe poi avuto una lezione per mangiare: "Avevo visto che l'aula era vuota e che c'erano pochi studenti – racconta a Fanpage.it -. Mi sono seduta in fondo per non creare troppo disagio e mantenere le distanze".

L'hanno minacciata di chiamare i carabinieri

A un certo punto, è entrata una collaboratrice scolastica che vedendola consumare il suo pasto le ha urlato: "Fuori dall'aula, fuori dall'aula. Non si mangia". Alcuni compagni di Giorgia sono usciti immediatamente. Lei le ha invece detto: "Non mi alzo, perché sono invalida civile al 100 per cento e ho un tumore". La donna ha fatto spallucce e se n'è andata.

Poco dopo è tornata con un collega. L'uomo ha iniziato a urlare dicendole che non poteva stare lì: "Io ho detto che se fossi andata fuori a mangiare, mi sarei ammalata. Lui mi ha risposto che anche lui, se fosse andato fuori a mangiare senza giacchino, si sarebbe ammalato Gli ho risposto che però lui non aveva un tumore".

La protesta degli studenti a Pavia
La protesta degli studenti a Pavia

Le parole della portinaia

A quel punto, si è avvicinato un gruppo di ragazze che ha cercato di capire cosa stesse accadendo. Visto il trambusto, l'uomo ha minacciato di chiamare i carabinieri: "A quel punto sono crollata – dice ancora Giorgia – ho preso la mia schiscetta e mi sono messa a piangere e sono uscita. Una ragazza mi ha accompagnato in portineria per cercare una soluzione, ma anche lì mi hanno trattato male. Mi hanno detto che dovevo mangiare al bar".

La studentessa ha quindi spiegato di non poter mangiare, a causa della sua disabilità, né al bar né in mensa: "A quel punto la bidella mi ha detto che è una questione mia e che data la mia condizione di salute, sono io che mi espongo in queste circostanze. Del tipo: se sei malata, non venire in università".

Le scuse del Rettore

Quelle parole hanno fatto sentire Giorgia delusa e arrabbiata: "Ero distrutta, però per fortuna ho avuto il sostegno delle studentesse che hanno visto la scena. Poi ho scritto all'ufficio disabili che mi ha risposto subito ed è intervenuto. Ho scritto anche a una rappresentante degli studenti che, insieme ai suoi colleghi, si è mobilitata immediatamente: sia loro che l'ufficio disabili sono andati da questa bidella chiedendo spiegazioni".

Questa mattina sono poi arrivate le scuse da parte del Rettore: "Mi ha comunicato che il servizio assistenza e integrazione studenti disabili dell'Ateneo è dalla mia parte e che l'episodio è stato vergognoso". Nonostante questo, il timore che possa ricapitare è alto.

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La protesta degli studenti

Nella giornata di giovedì 10 novembre 2022, il Coordinamento per il diritto allo studio Udu di Pavia ha organizzato una protesta sotto al rettorato. Gli studenti, che condannano il gesto e la mancanza di umanità, hanno chiesto spiegazioni sull'accaduto: "Oggi non siamo stati ricevuti perché sembrerebbe che il Rettore non fosse a Pavia. Lui ci ha risposto per iscritto, si è scusato per quello che è successo. Ci ha scritto – spiega a Fanpage.it Simone Agutoli, consigliere di amministrazione unipv per il Coordinamento-UDU – anche che avvierà un procedimento disciplinare per capire cos'è successo e individuare i responsabili".

Su questo gli studenti si sono detti abbastanza soddisfatti: "Il Rettore è stato tempestivo e siamo soddisfatti della sua reazione, ma non ci ha dato una risposta strutturale. Se domani uno studente o studentessa con una fragilità o meno, vuole mangiare al polo San Tommaso si ripresenterà lo stesso problema".

Il problema delle aule dove mangiare

Eppure, in quello stesso polo, prima del Covid si poteva mangiare tranquillamente: "Nell'inverno tra il 2020 e il 2021 ci hanno detto che era per il Covid e, per carità, considerato che era l'apice della pandemia capivamo assolutamente. Lo scorso inverno ci hanno detto che si faceva fatica a pulire le briciole e adesso che sarebbe difficile pulire il legno. Siamo veramente sconfortati".

Un problema che da due anni è ormai una costante: "Molti studenti vengono buttati fuori dalle aule perché in alcuni poli dell'università non si può mangiare. Ripeto: solo in alcuni. Non c'è un criterio fisso: è tutto casuale e basato sulla sensibilità. Questo fa capire quanto tutto sia allucinante. Noi denunciamo da due anni questa situazione al Rettore".

Ma una soluzione sarebbe davvero impossibile da trovare? Per gli studenti noi: "L'aula in cui è successo il fatto sarebbe comodissima perché è grande, si può arieggiare e ha tavolini che si possono pulire facilmente. L'aula G1 è una delle più comode considerate che ha duecento posti. Non è impossibile individuare un'aula".

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