La storia di Patrizia Reggiani, dal matrimonio con Maurizio Gucci all’accusa di omicidio a oggi: il carcere e l’eredità
Nonostante siano passati 29 anni dall'omicidio di Maurizio Gucci, si è tornati a parlare dell'ex moglie Patrizia Reggiani dopo l'uscita del kolossal House of Gucci di Ridley Scott, interpretato da star hollywoodiane come Lady Gaga, Adam Driver e Al Pacino.
La "vedova nera", come era stata soprannominata dalla stampa italiana, compie 76 anni il prossimo dicembre. Condannata come mandante dell'omicidio dell'ex marito, avvenuto il 27 marzo 1995 in via Palestro, ha scontato 17 anni di carcere sui 26 di pena complessiva ed è tornata libera nel 2016. Oggi vive nella sua villa del centro di Milano, e a farle compagnia, oltre al personale di servizio, ci sono un cagnolino e un pappagallo.
Quella di Lady Gucci, ancora oggi, continua a essere un'esistenza fatta di lusso e agio. In base a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, Reggiani avrebbe dovuto inoltre ricevere un vitalizio di un milione di euro dalle figlie, convertito poi in alcuni benefit dal patrimonio di famiglia. Nel frattempo, per l'ingente eredità ricevuta dalla madre Silvana Barbieri (tra cui un castelletto gotico in centro a Milano dal valore di 10 milioni di euro, un capannone di 10mila metri quadri in via Mecenate e centinaia di appartamenti sparsi in città), si trovano a processo quattro persone (tra cui l'ex compagna di cella della vedova Gucci, Loredana Canò) con l'accusa di circonvenzione di incapace.
La vita di Patrizia Reggiani Martinelli prima di diventare Lady Gucci
Patrizia Reggiani Martinelli, nata nel 1948 in provincia di Modena, non ha mai conosciuto il padre biologico. Abita in periferia, in un monolocale di via Padova a Milano con la madre Silvana Barbieri, lavapiatti in un bar della zona. È qui che Silvana Barbieri conosce e poi sposa l'imprenditore Ferdinando Reggiani, a capo di una grossa azienda di autotrasporti. Un uomo più che benestante, che vanta diversi immobili sparsi nel territorio del capoluogo meneghino e che ne adotta l'unica figlia. Nel 1971, la svolta: Patrizia Reggiani Martinelli, durante una festa in centro, incontra il futuro marito, Maurizio Gucci.
L'incontro con Maurizio Gucci e la proposta di matrimonio
I due hanno entrambi 22 anni. Inizialmente, come Reggiani racconterà alla giornalista Franca Leosini durante un'intervista per il programma Storie Maledette, la donna trova lo stilista "estremamente arrogante, borioso e pieno del nome Gucci". Nonostante questo decide comunque di provare a frequentarlo e proprio dopo alcuni appuntamenti, Patrizia Reggiani racconterà di aver conosciuto una persona diversa. Da lì a breve, Gucci le chiede di sposarlo.
Rodolfo Gucci non partecipa al matrimonio di 500 invitati
La loro unione non è però approvata dal padre di Maurizio, Rodolfo Gucci, tra i fondatori del noto marchio di moda e pelletteria. Per il futuro suocero, Patrizia Reggiani è solo una scalatrice sociale, interessata in fondo all'immenso patrimonio della dinastia Gucci.
Nonostante le critiche del padre, Maurizio decide di sposare lo stesso Patrizia. Rodolfo Gucci non partecipa al matrimonio e per circa un anno e mezzo rimane convinto delle sue affermazioni, fin quando decide di deporre l'ascia di guerra regalando una casa a New York alla giovane coppia.
I primi anni da marito e moglie e le figlie Alessandra e Allegra
I primi anni di matrimonio sono un sogno a occhi aperti. La vita dei neo sposi trascorre tra le case lussuose di Milano, New York, St. Moritz e il sole del Messico. Reggiani racconterà che il marito era molto premuroso e non mancava mai di farle costosissimi regali: tra questi il Créole, veliero del 1927 che Gucci comprò dal governo danese e che sarà presto al centro delle dispute future per dividere i beni durante il divorzio. La loro favola si arricchisce inoltre con la nascita delle figlie, Alessandra nel 1977 e Allegra nel 1981. Le due donne oggi, dopo la lunga vicenda giudiziaria per l'omicidio del padre e le dispute in tribunale per l'eredità, hanno interrotto ogni rapporto con la madre e con la famiglia materna.
L'inizio della fine: la cessione delle quote e l'incontro con Paola Franchi
Nel 1983 muore il padre di Maurizio. Sarà proprio quell'anno a segnare l'inizio della fine. Maurizio, rampollo di casa Gucci, eredita tutto, ma proprio perché libero di poter scegliere inizia a prendere decisioni irresponsabili che lo portano ad accumulare debiti su debiti. Sarà così costretto a vendere l'azienda Gucci per 170 miliardi di euro.
Qualche anno più tardi arriva il divorzio, ma soprattutto una nuova donna per Maurizio Gucci. L'imprenditore milanese, infatti, si lega all'ex moglie dell'industriale Giorgio Colombo nonché amica della stessa Patrizia Reggiani, Paola Franchi, che fu modella e arredatrice d'interni.
I pensieri omicidi e la "maga" Pina Auriemma
È proprio già nei primi anni del divorzio che Reggiani, come racconta a Franca Leosini, inizia ad avere pensieri omicidi. Ad amici e conoscenti dice di volere morto Gucci e offre a una dipendente e al marito del denaro per ucciderlo. I due avvertiranno poi lo stesso Maurizio Gucci, che però non prende alcuna precauzione per proteggersi. Intanto, proprio durante gli anni del divorzio e della malattia (Reggiani verrà operata di tumore al cervello), cresce l'amicizia tra Lady Gucci e Pina Auriemma, che sarà poi condannata a 19 anni di carcere con l'accusa di essere stata l'intermediaria tra Patrizia Reggiani, mandante dell'omicidio, e l'effettivo esecutore del delitto. È tornata libera nel 2010, dopo 13 anni di reclusione.
Le due si erano conosciute alla fine degli anni '70 a Ischia, e da allora intrattenevano un'amicizia perlopiù telefonica. Auriemma, donna dalle umili origini che gestirà un negozio Gucci in centro a Napoli, non viene mai invitata infatti né a casa né alle feste di Reggiani e Gucci. Proprio Lady Gucci ritiene che non sia la persona adatta "al suo giro di persone bene", e di questo la "maga" non si rammarica. "Eravamo come sorelle", dirà Reggiani riferendosi alla loro amicizia. È poi Pina Auriemma a trovare i due esecutori materiali dell'omicidio di Maurizio Gucci.
L'omicidio Gucci: cosa è successo il 27 marzo 1995
L'omicidio viene messo in pratica il 27 marzo del 1995. Alle 8.45 Maurizio Gucci esce da casa in corso Venezia per andare in ufficio in via Palestro, nel centro di Milano. Sta salutando il portiere, quando da un'auto esce un uomo che lo segue e gli spara quattro colpi alle spalle. Sarà un colpo alla tempia a ucciderlo.
Inizialmente gli inquirenti concentrano le loro indagini sui contatti lavorativi di Gucci. Poi un informatore rivela di aver sentito qualcuno vantarsi dell'omicidio di Maurizio Gucci, e di essere amico di Pina Auriemma. Dopo aver messo sotto controllo i loro telefoni, risalgono a Patrizia Reggiani e la identificano come la mandante. È stata la stessa Reggiani, solo pochi anni fa, a raccontare in un'intervista alla rivista Sette di aver fatto uccidere l'ex marito "per stizza".
Ivano Savioni, Benedetto Ceraulo e Orazio Cicala: gli altri protagonisti del delitto Gucci
Il collaboratore di giustizia, nel suo racconto agli inquirenti, afferma che a vantarsi di aver partecipato al delitto Gucci è Ivano Savioni, portiere di un albergo. I magistrati decidono quindi di mettere sotto controllo i suoi telefoni ed è grazie alle sue conversazioni che riescono a risalire agli esecutori materiali. A sparare è stato Benedetto Ceraulo, mentre a guidare l'auto è stato Orazio Cicala. Il primo è stato condannato a 28 anni di carcere, mentre Savioni e Cicala a 26 anni.
Gli anni in carcere da vera "diva"
Patrizia Reggiani, invece, verrà condannata a 26 anni. Al carcere di San Vittore, o meglio al "Victor's Residence", come lo aveva ribattezzato, ha trascorso 17 anni. Nel documentario pubblicato da Discovery+ ha raccontato di avere avuto un trattamento speciale in cella: "Dormivo fino a tardi, mi lavavo e scendevo in giardino a prendere il sole". Lei sostiene di avere avuto un rapporto stupendo con le altre detenute, a cui portava "trucchi, rossetti, profumi".
Patrizia Reggiani torna libera e vive a Milano
Una volta tornata libera, Patrizia Reggiani è tornata a vivere in una delle sue case di Milano: abita in zona Guastalla, a due passi dal Duomo, e trascorre le sue giornate nell'ozio tra visite mediche e shopping di lusso nel Quadrilatero della Moda. Fino al 2019 ha vissuto insieme alla madre Silvana Barbieri. Non ha alcun rapporto con le figlie Alessandra e Allegra, alle quali aveva anche chiesto di poter vedere qualche volta i propri nipoti: la richiesta è stata rifiutata.
Il patrimonio e il vitalizio di Patrizia Reggiani
Al momento Reggiani, che proviene da una famiglia molto benestante, continua a condurre una vita agiata. Oltre ad avere ricevuto una parte dell'eredità della madre – il resto è finito in una fondazione costituita poco dopo la morte della donna -, Lady Gucci avrebbe dovuto ricevere un vitalizio da un milione di euro ogni anno. Questo era stato stabilito negli accordi siglati con l'ex marito nel 1993, anno in cui i due si separarono. E a doverlo pagare, come stabilito dalla Corte d'Appello di Milano, dovrebbero essere le figlie Allegra e Alessandra, uniche eredi di Maurizio Gucci.
Le due donne, però, non sono mai state d'accordo nel versare la cifra prevista. Nel 2020 la Corte di Cassazione ha deciso che le sorelle non solo avrebbero dovuto pagare il vitalizio, ma avrebbero dovuto aggiungere 26 milioni di euro di arretrati mai corrisposti. Soldi che non sarebbero mai stati versati.
La vicenda dell’eredità di Patrizia Reggiani: il procedimento contro la compagna di cella
Non l'unico guaio patrimoniale per Patrizia Reggiani, che oggi è una (ricchissima) donna libera. Loredana Canò, ex amica conosciuta in cella ai tempi della detenzione a San Vittore, si trova a processo con l'accusa di aver manipolato la 76enne: per la Procura infatti, "condizionò pianamente" la donna, vittima della "sempre più ingombrante presenza" della compagna di stanza, convincendola che fosse necessario "fare la guerra alle figlie" Alessandra e Allegra e trasferendosi addirittura nella villa di Patrizia Reggiani per rispondere al telefono o alle mail al posto della padrona di casa, con il chiaro intento di mettere le mani sulla sua eredità milionaria.
Oltre a lei, sono rinviati a processo con l'accusa di aver raggirato la "vedova nera" Marco Chiesa (che è stato consulente finanziario della madre di Reggiani), Mario Wiel Marin e Marco Moroni. Altri due imputati, l'ex amministratore di sostegno Daniele Pizzi e la presunta "prestanome" Maria Angela Stimoli, hanno patteggiato.