La storia di Desiree Piovanelli, uccisa a 15 anni dopo un tentativo di stupro
Desirèe Piovanelli è morta il 28 settembre del 2002. È stata uccisa a quattordici anni dopo esser stata irretita e condotta da Nicola Bertocchi, coetaneo e suo vicino di casa, alla cascina Ermengarda a Leno, in provincia di Brescia. Nicola non ha agito da solo. Ma con la complicità di altri due suoi coetanei, Nicola Vavassori, detto Nico, Mattia Franco, detto Bibo, e con l'aiuto di Giovanni Erra, l’unico adulto del gruppo.
Si torna a parlare di questa storia perché raccontata nel documentario di Marina Loi e Flavia Triggiani "Il branco – L’omicidio di Desirèe Piovanelli" (in onda giovedì 11 maggio alle ore 21.25 su canale 9).
Chi era Desirèe Piovanelli?
Desirèe Piovanelli, per gli amici Desy, aveva tre fratelli e l'anno nel quale è morta frequentava il primo anno del liceo scientifico a Manerbio. Nata in una famiglia di Testimoni di Geova, possedeva un diario sul quale aveva fatto un'annotazione che, con il senno di poi, apparirà come un nero presagio di morte.
“Nicola è un ragazzo da non frequentare”, scriveva la piccola Desy. Nicola, il ragazzo al quale si riferiva, era proprio il suo vicino di casa Nicola Bertocchi, giovane di 16 anni, che aveva smesso da tempo di studiare e che lavorava come manovale in paese.
Eppure, sabato 28 settembre 2002, alle ore 14.00, sarà proprio quest'ultimo ad attirare Desirèe in una trappola mortale. Il pretesto fu la presenza di alcuni cuccioli appena nati presenti nella cascina. Desy non poteva saperlo, ma ad attenderla non c'era nessun gattino. Solamente alcuni uomini che avevano progettato prima di stuprarla e poi di ucciderla.
Una volta giunti a destinazione non solo Desirèe si accorse di essere stata tratta in inganno, ma vide quattro uomini, tra cui lo stesso Nicola, armati di coltello. Gli altri erano Nicola Vavassori, Mattia Franco e Giovanni Erra
Il piano omicidiario di Nicola
Il piano inizialmente preventivato andò in fumo, forse per la totale inesperienza dei quattro nel commettere un delitto. I giovani, infatti, si erano dilettati a cercare su Google “Come uccidere una persona a coltellate”. E ancora “Quali sono i punti vitali da colpire”.
Nicola Bertocchi doveva essere il primo ad iniziare la violenza, ma le urla di Desirèe gli fecero completamente perdere il controllo. “Mi fai schifo. Mi fai pena!”. Queste parole lo spinsero a dare una prima coltellata all’addome alla ragazza, che iniziò ad opporre resistenza e a scappare. Ma fu braccata dal più grande del branco, Giovanni Erra che la immobilizzò mentre Bertocchi continuava a sferrarle coltellate alle spalle.
In ultimo tentativo disperato, Desirèe tentò di lanciarsi dalla finestra. Ma l’ultima coltellata di Nicola fu letale. E per lei non ci fu scampo. Bertocchi la sgozzò e tentò poi di decapitarla. Non riuscendosi, gli uomini pianificarono di inscenare uno stupro. A quel punto Giovanni Erra scappò mentre gli altri tre la spogliarono e la legarono per i piedi. E la abbandonarono nella cascina.
Le ricerche e le indagini
Inizialmente, nel piccolo paese bresciano si fece strada l’ipotesi del predatore sessuale. Desirèe venne cercata in lungo e in largo, ma di lei non c’era nessuna traccia. Ad un certo punto, però, Nicola fece un errore che gli costò molto caro.
Per depistare le indagini, infatti, inviava messaggi al fratello di Desy utilizzando proprio il cellulare di quest’ultima. Così, gli inquirenti arrivarono a lui. Bertocchi fu il primo ad essere fermato. Poi fu la volta di Vavassori, Erra e Franco.
Le condanne degli assassini di Desiree
Il più grande del Branco, Giovanni Erra, trentasei anni all’epoca dei fatti, è stato condannato a 30 anni di carcere. Ancora oggi si trova ristretto a Bollate. Gli altri condannati, Bertocchi, Vavassori e Franco, hanno già pagato il loro debito con la giustizia. Erano infatti stati condannati rispettivamente a diciotto, undici e dieci anni di reclusione.