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La storia di Denis e Gianluca: “Il consolato non voleva farci sposare, le nostre mamme saranno le testimoni”

Denis e Gianluca sono una coppia che progetta di sposarsi. Denis è originario della Romania e, per poter procedere con l’unione civile, ha bisogno di un nullaosta da parte del suo Paese d’origine: documento che l’ambasciata con sede a Milano non ha voluto rilasciare perché in Romania non sono ancora riconosciute le unioni civili.
A cura di Ilaria Quattrone
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Denis e Gianluca
Denis e Gianluca

Gianluca e Denis sono due ragazzi di trenta e vent'anni che hanno un relazione da due anni e mezzo. I due, come tantissime altre coppie, hanno progettato di sposarsi. A differenza di altri, però hanno trovato un enorme ostacolo: Denis, infatti, è originario della Romania. Per poter procedere con l'unione civile, ha bisogno di un nulla osta che dovrebbe rilasciare il consolato romeno a Milano.

"Quando lo abbiamo chiesto, il funzionario dell'ambasciata si è irrigidito. Ci ha poi detto che non avrebbero lasciato alcun nullaosta o documenti simili perché per loro non esiste che una persona si sposi con un'altra dello stesso sesso anche se in un altro paese. In Romania infatti non esiste regolamento per le unioni civili", racconta Gianluca a Fanpage.it.

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Come vi siete conosciuti tu e Denis? 

Abito tra Milano e Varese dal 2015, ma la mia famiglia vive in Puglia. Ogni due-tre mesi andavo a trovarli. Con Denis ci conoscevamo già da un po' grazie ad alcuni amici in comune, ma ci commentavamo solo foto o stories su Instagram. Nessuno dei due aveva mai pensato minimamente all'altro dal punto vista sentimentale.

Io avevo infatti una frequentazione in corso, lui invece era fidanzato. Quando entrambi abbiamo chiuso le nostre relazioni, ci siamo messi d'accordo per trascorrere insieme una serata in discoteca. Una volta usciti dal locale, siamo saliti in auto e abbiamo iniziato a parlare. Abbiamo chiacchierato per tre ore e lì è scattata in me una scintilla.

Gli ho detto di continuare a sentirci e che lo avrei portato a Milano con me. Il giorno dopo mi ha scritto chiedendomi come stessi e che sapeva che la mia proposta era solo una conversazione emersa così durante una serata. Gli ho risposto che sarei partito il giorno successivo, ma che avrei voluto vederlo a Brindisi che è a metà strada tra la mia città e il paese in cui vive lui.

Ho comprato un regalo per lui e, dopo averglielo dato, siamo andati in un locale per un aperitivo. Quando stavo per andare via, mi ha detto: "Non voglio che tu parta da solo per Milano". Allora ho prenotato un biglietto anche lui. La notizia relazione è iniziata così e da allora sono passati due anni e mezzo.

Raccontaci della proposta di matrimonio. 

La proposta l'ho fatta io. Gli ho detto che stavo uscendo per andare a comprare il pane e invece sono andato al negozio dove avevo ordinato un anello. Quando sono tornato, gli ho chiesto se gli piacesse il pane che avevo acquistato: si è girato e mi ha trovato in ginocchio, con l'anello. Le nostre mamme saranno nostre testimoni.

L'anello di fidanzamento
L'anello di fidanzamento

Cos'è successo con il consolato romeno? 

Per potersi sposare, è necessario portare oltre al documento di riconoscimento, il nulla osta che attesti che per lo Stato di cittadinanza non ci siano impedimenti all'unione civile in un altro Paese. Siamo andati negli uffici dell'ambasciata romena a Milano. Siamo stati trattati male, tra risatine e atteggiamenti scontrosi.

Quando il funzionario ha capito che l'unione era tra me e lui, si è irrigidito. Ci ha detto che non avrebbero rilasciato il nullaosta o documenti simili perché per loro non esiste che una persona si sposi con un'altra dello stesso sesso, anche se in un altro Paese. Non esiste un regolamento per le unioni civili.

Nel loro nullaosta, per legge, la Romania deve riportare il nome della futura moglie o marito della persona che lo richiede. Non lo avrebbero prodotto con il nominativo di un altro uomo. Siamo riusciti ad avere solo un documento che ripota i dati anagrafici di Denis.

Come potreste superare questo ostacolo?

Ci siamo rivolti al Gaycenter. Il loro avvocato ha prodotto una lettera indirizzata al Comune spiegando che in questo caso, considerato che il Paese di cittadinanza rientra tra quei pochi che non hanno ancora regolamentazioni in merito, per saltare il passaggio del nullaosta, sarebbe necessario procedere con una dichiarazione sostitutiva che permetta di poter usufruire di questo diritto all'interno del Paese.

Il Comune vi ha risposto? 

Sì, ci ha detto che possiamo procedere con quanto proposto dal legale. La prossima settimana porteremo tutta la documentazione necessaria.

Ci sposeremo a metà settembre 2024. Nonostante questo, siamo rimasti comunque delusi e amareggiati dal comportamento tenuto dai funzionari del Consolato. Non siamo gli unici ad avere riscontrato questo problema. Anche a Trieste, presso il consolato rumeno, c'è chi ha avuto lo stesso problema. Denis è molto turbato da quello che è successo.

Per noi sono stati giorni difficili: non riuscivamo a dormire perché c'era stato precluso un progetto che avevamo. Non sapevamo dove sbattere la testa. Abbiamo dovuto interrompere la ricerca di location, abiti e il necessario. Eravamo giù di morale, sono stati giorni pesanti.

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