La storia del femminicidio di Sofia Castelli: dall’imboscata in camera da letto al processo a Zakaria Atqaoui
Inizia oggi, venerdì 19 gennaio, il processo nei confronti di Zakaria Atqaoui. Il 23enne è accusato di aver ucciso l'ex fidanzata Sofia Castelli nella sua casa di Cologno Monzese, comune alle porte di Milano, nel luglio del 2023. La Procura di Monza aveva chiesto, e ottenuto, il processo con giudizio immediato davanti alla Corte d'Assise. Le accuse sono di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, con le aggravanti della premeditazione e dell'uso del mezzo insidioso.
La dinamica del femminicidio di Sofia Castelli
Castelli aveva trascorso la serata del 28 luglio 2023 insieme ad alcune amiche in un locale, il The Beach alla periferia est di Milano. Sopraggiunta l'alba, la 20enne aveva deciso di ospitare in casa sua l'amica Aurora. Le due hanno iniziato a parlare e commentare quanto accaduto quella notte dopodiché sono andate a dormire. I genitori della 20enne non erano in casa perché in vacanza.
A un certo punto, proprio all'alba di sabato 29 luglio, Castelli è stata uccisa: l'ex fidanzato, un 23enne, si era nascosto nell'armadio e ha aspettato che lei si addormentasse per accoltellarla. L'amica non ha sentito nulla: si è svegliata solo dopo aver sentito i carabinieri entrare in casa. In un'intervista a Fanpage.it Aurora ha raccontato di essere convinta che Zakaria l'ha lasciata viva per punire anche lei.
La gelosia di Zakaria Atqaoui e il piano per uccidere l'ex fidanzata
Atqaoui e Castelli avevano avuto una relazione sentimentale, poi conclusa per volere della ragazza. Il 23enne italo-marocchino, però, non aveva mai accettato la cosa ed era ossessionato dal fatto che la sua ormai ex fidanzata potesse uscire con qualcun altro. Diverse volte si sarebbe presentato sotto casa o nei luoghi che la ragazza di solito frequentava. Alcuni giorni prima dell'omicidio, Atqaoui era riuscito a farsi aprire la porta di casa da Castelli con la scusa di mangiare insieme un pezzo di torta.
Sfruttando questa occasione, il 23enne si era impossessato di un mazzo di chiavi dell'abitazione. Mentre la ragazza era a ballare con le amiche, Atqaoui è entrato in casa, ha preso un coltello dalla cucina e si è nascosto nell'armadio della sua camera da letto. Quando era certo che la 20enne era sola a letto, è uscito e l'ha colpita a morte.
L'arresto e le confessioni del 23enne
Dopo aver ucciso Castelli, Atqaoui è sceso in strada e ha fermato una pattuglia della polizia locale. I suoi vestiti erano ancora sporchi di sangue e agli agenti ha detto di aver commesso un omicidio. I carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni, poi, sono entrati in quella casa di Cologno Monzese e hanno trovato la 20enne senza vita.
L'autopsia eseguita sul corpo di Castelli ha evidenziato che la ragazza era stata colpita con un coltello da cucina per quattro volte e che non aveva avuto modo e tempo per difendersi. "Volevo sorprenderla", aveva raccontato Atqaoui nell'interrogatorio, "ho sentito quello che Sofia e Aurora volevano fare con Riccardo e l'altro ragazzo. Ho preso un coltello e sono andato in camera. Ho pensato che non era adatto. Sono tornato in cucina e ho preso un altro coltello più adatto e con questo ho colpito Sofia mentre dormiva".
Il 19 gennaio 2024 si apre il processo a carico di Atqaoui alla Corte d'Assise di Monza. Il 23enne, detenuto in carcere a Pavia, dovrà rispondere dell'accusa di omicidio aggravato con l'ergastolo come pena massima prevista.
Ha collaborato Enrico Spaccini