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Omicidio di Giulia Tramontano

La sorella di Giulia Tramontano: “Spero che ci sia l’ergastolo e che l’assassino marcisca in carcere”

La sorella di Giulia Tramontano, Chiara, ribadisce che l’uomo che ha ucciso la 29enne venga condannato all’ergastolo: “Almeno quando guarderemo la lapide di mia sorella, sapremo che la persona che le ha causato tutto questo e ci ha distrutto la vita non ha nemmeno lui più una vita”.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Non siamo persone che si lasciano andare all’odio. Quando abbiamo perso Giulia, mi sono sempre chiesta se, durante l’arco della giornata, pensassi più a mia sorella che avevo perso o colui che me l’aveva strappata": a dirlo alla trasmissione Ore14, in onda su Rai Due, è la sorella di Giulia Tramontano che è stata uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello nella loro casa di Senago (Milano).

Il 18 gennaio ci sarà la prima udienza: "Penso solo a mia sorella, non riesco a pensare a lui. Sono pervasa solo dall'amore che provo per lei, da quanto mi manca, da quello che avrei potuto fare, dalla zia che avrei potuto essere", continua. Chiara Tramontano specifica di non riuscire mai a pensare all'uomo che le ha ucciso la sorella. Ribadisce: "Non voglio che l'odio vinca su di me perché sarebbe soltanto far vincere nuovamente lui sulla nostra famiglia".

La giovane ha raccontato anche il rapporto con la sorella. Le due si passavano pochi anni: "Eravamo due coetanee". Ha voluto inoltre condividere i ricordi più dolci avuti quando ha saputo che sarebbe diventata zia: "Ho vissuto quei giorni come una gioia, che però non avrò più e non riconduco a nessun altro evento della mia vita. Ho conosciuto gioie e dolori di quel momento".

E sul motivo che abbia spinto la 29enne agente immobiliare a proseguire la relazione con Impagnatiello, la sorella ha affermato: "Ogni famiglia ha le sue difficoltà: si arriva all'adolescenza dove, guardandoci indietro, vediamo come i nostri genitori abbiano discusso tantissimo. Nel tirare le somme, sappiamo però quanti sacrifici hanno fatto per tenere una famiglia unita e di continuare a vivere insieme nonostante siano accaduti tantissimi eventi. Giulia, come figlia, aveva lo specchio di questo famiglia: di fronte a qualche tribolazione e difficoltà che aveva con il suo compagno, valeva la pena affidare a Thiago una famiglia unita come quella che aveva lei".

Per la sorella quindi "Potrebbe aver messo da parte qualche dispiacere, di certo non pensava di vivere con un essere inumano". E secondo lei è stato l'aspettare un figlio, il motivo che l'ha spinta ad andare all'incontro con l'altra donna senza chiamare nessun familiare. Quando è tornata a casa è rientrata "non per perdonare ma per mettere definitivamente se stessa prima di chiunque altro. Forse avrei voluto che avesse fatto di più questo: mettersi in primo piano. Se lo avesse fatto, forse ci saremmo incontrati in un altro momento e per un altro motivo".

In questi giorni, Chiara Tramontano ha condiviso un post in cui chiede giustizia per la sorella e l'ergastolo per il suo assassino: "Sono fiduciosa perché anche il nostro legale ci dà coraggio e perché non si inizia una battaglia sconfitti: chi si approccia a combattere con un senso di sconfitta, ha in parte già perso. Anche attraverso le nostre testimonianze, porteremo i giudici a prendere la giusta decisione".

La paura che non arrivi una pena esemplare, persiste: "Da quando ho perso mia sorella, ascolto molto di più storie di famiglie che non hanno ricevuto pene esemplari. Certo, non c’erano quattro aggravanti da ergastolo, un bimbo quasi nato, ma ho paura di sapere che tra dieci anni mi richiamerai perché scopriremo che non c’è stato un ergastolo e potrei vedere l’assassino di mia sorella per strada".

"Attraverso quel post, volevo portare Giulia in aula con noi ma non come la sorella di Chiara, ma come la sorella di tutti, la mamma che avrebbe potuto cullare il proprio figlio e che non l’ha potuto fare per via di una mano violenta. Spero che l’ergastolo ci sia e che lui marcisca in carcere. Almeno quando guarderemo la lapide di mia sorella, sapremo che la persona che le ha causato tutto questo e ci ha distrutto la vita non ha nemmeno lui più una vita. Per una mamma e un padre che visitano la figlia al cimitero, non può non esserci un uomo dietro le sbarre che marcisca per sempre".

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