La sorella di Alessia Pifferi: “Mi aspetto la conferma dell’ergastolo, domani venga lasciata in pace Diana”
"Mi aspetto che venga confermato quello che è stato detto in Corte d'Assise perché quella è la verità", così Viviana Pifferi ha commentato a Fanpage.it l'attesa del processo di appello per la sorella Alessia Pifferi, condannata in primo grado all'ergastolo per aver fatto morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi, abbandonandola da sola per giorni in casa.
L'udienza in Corte di Assise di Appello di Milano è stata fissata per domani, mercoledì 29 gennaio. Una data che casualmente cade in un giorno importante, come sottolineato da Viviana Pifferi: "Spero veramente che si lasci in pace Diana, anche perché domani sarà il suo compleanno. È una coincidenza, ma nel momento in cui mi è stata detta la data dell'appello il primo pensiero è stato che Diana nello stesso giorno avrebbe compiuto quattro anni".
In vista di questo secondo processo, la difesa ha chiesto che venga eseguita una nuova perizia psichiatrica su Alessia Pifferi, dopo che ad un primo esame la donna era risultata pienamente capace di intendere e di volere. Il giudice di secondo grado valuterà quindi se concedere questa nuova consulenza, ma la sorella di Pifferi si dice, in ogni caso, convinta del risultato: "Non abbiamo paura di un'altra perizia: se anche la facessero io conosco mia sorella e mia sorella è questa".
E proprio attorno all'ipotesi sostenuta dall'accusa, secondo la quale Pifferi soffrirebbe di un "grave deficit cognitivo", si sono concentrate nuove indagini che hanno portato sotto la lente del pm Francesco De Tommasi sette persone. Tra queste, le due psicologhe del carcere nel quale era detenuta Pifferi, accusate di aver manipolato un test per far ottenere alla donna una perizia psichiatrica nel processo. Tra gli indagati anche l'avvocata della donna, Alessia Pontenani, e il consulente nominato dalla difesa, Marco Garbarini, entrambi accusati di favoreggiamento. Secondo il pm, i due avrebbero messo in atto "un piano precostituito" per convincere il perito incaricato dal tribunale di Milano che Pifferi fosse "affetta da un ritardo mentale grave" e almeno "parzialmente incapace di intendere e volere".
Nel frattempo Alessia Pifferi rimane detenuta nel carcere di Vigevano, dove negli scorsi mesi ha ricevuto una proposta di matrimonio da parte di un anonimo pretendente: "Mia cara Alessia, ti scrivo per dirti che hai fatto bene a lasciar morire la tua piccola Diana in quel modo e quando ho saputo ho avuto una goduria estrema e mi sono innamorato di te. E adesso ti volevo fare la proposta di matrimonio. Alessia: mi vuoi sposare?". Una proposta che la donna ha accettato in una lettera di risposta: "La mia risposta alla tua proposta di matrimonio è… siii".