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La sorella di Alessia Pifferi: “Invece di pensare a quello che ha fatto, se la prende con noi”

La sorella di Alessia Pifferi, Viviana, ha ha raccontato che la 37enne – accusata della morte della figlia Diana – le ha scritto diverse lettere: “vece di pensare a quello che ha commesso se la prende con noi. Mi fa capire che non cambia di una virgola”.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Mi sento nel giusto. È mia nipote quella che è stata lasciata a casa a morire. Sicuramente ci si sente male perché accusi quella che è tua sorella e devi ancora raccontare i particolari di quella settimana e pensare a come possa essere stata quella bambina. Non è descrivibile": è quanto ha detto alla trasmissione Mattino Cinque News, in onda su Canale Cinque, Viviana Pifferi, sorella di Alessia Pifferi, la 38enne in carcere con l'accusa di aver causato la morte della figlia Diana abbandonandola a casa per una settimana.

Le lettere di Alessia Pifferi

La sorella ha anche spiegato che la madre sta vivendo con un peso sul cuore: "Perché è una figlia che ha commesso una cosa orribile". Ha poi raccontato che a entrambe sono arrivate alcune lettere scritte dalla 37enne: "Usa toni pesanti sia con me che con mia madre. Non è il tono di una persona che ammette quello che ha fatto o che ammette di aver fatto male alla sua famiglia".

"Dice che la maglietta che porto è per immagine e voglia di farmi vedere. Ha detto a mia madre – continua – che dovrebbe vergognarsi. Non credo che mia madre debba vergognarsi di qualcosa se non di averla aiutata troppo". Viviana Pifferi ha poi specificato di soffrire perché invece di pensare a quello che Alessia avrebbe commesso "se la prende con noi. Mi fa capire che non cambia di una virgola".

L'interrogatorio di Alessia Pifferi

Alcuni giorni fa, sono stati pubblicati i video dell'interrogatorio che la 37enne ha sostenuto il giorno della morte della figlia: la donna ha infatti spiegato agli investigatori che non era la prima volta che lasciava la piccola da sola. Capitava soprattutto nel weekend e, accanto a lei, lasciava qualche biberon, bottiglietta d'acqua e the. Ha ancora raccontato di aver pensato che potesse capitare una cosa simile.

"La bambina non l'ha lasciata per andare a lavorare o per un'emergenza, ma per andare a divertirsi. Ho letto che nell'interrogatorio ha pensato più volte che potesse succedere. Come ha fatto a chiudere la porta con la bambina che la guardava e andare via. Come puoi convivere con questo pensiero?".

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