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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

La sorella della vittima di Voghera: “Adriatici ha amici in Procura, non vogliono punirlo”

La sorella di Youns El Boussettaoui, ucciso a luglio 2021 dall’ex assessore leghista Massimo Adriatici, ha organizzato un presidio di fronte alla Procura di Pavia per chiedere giustizia: “Vogliamo solo giustizia, dove vogliamo solo che la legge sia uguale per tutti. Non che il più forte schiaccia e uccida il più povero, lo straniero e non verrà punito”.
A cura di Ilaria Quattrone
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La sorella di Youns El Boussettaoui, l'uomo di 39 anni ucciso a luglio 2021 a Voghera (Pavia) dall'ex assessore leghista Massimo Adriatici, ha invitato – attraverso un video – tutti i cittadini a partecipare a un presidio pacifico di fronte alla Procura. La stessa che, nei giorni scorsi, ha chiuso le indagini contestando ad Adriatici l'accusa di eccesso colposo di legittima difesa.

Un capo d'imputazione completamente diverso da quello che gli avvocati della famiglia di Youns, Marco Romagnoli e Deborah Piazza, hanno fin dall'inizio richiesto e cioè quello di omicidio volontario.

L'appello della sorella di Youns

La sorella, fin dall'inizio di questa terribile vicenda, chiede a gran voce giustizia per Youns e soprattutto sostiene che quanto sia avvenuto in quella terribile sera del 21 luglio non sia solo frutto di un eccesso di difesa.

E proprio per questo, attraverso il presidio, vuole farsi portavoce di un messaggio e cioè "che la legge è uguale per tutti non perché è un avvocato, non perché è un politico, non perché la Procura è fatta tutta da amici e parenti, non lo vogliono punire".

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Bahija El Boussettaoui chiede massima partecipazione al presidio che si svolgerà sabato 22 ottobre alle ore 11: "Io ho solo voi e conto su di voi, voglio il vostro aiuto, per favore venite presentatevi con me".

El Boussettauoi precisa che quello di dopodomani sarà un presidio pacifico: "Dove vogliamo solo giustizia, dove vogliamo solo che la legge sia uguale per tutti. Non che il più forte schiaccia e uccida il più povero, lo straniero e non verrà punito”.

Dopo la chiusura delle indagini, la Procura presenterà richiesta di rinvio a giudizio e sarà il giudice a decidere se la contestazione formulata dagli inquirenti sia confermo o meno.

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