La Russa querela Report per diffamazione, la gip di Milano archivia il caso: “Era diritto di cronaca”

Oggi, martedì 25 febbraio, la gip di Milano Silvia Perrucci ha disposto l'archiviazione per i giornalisti di Report, Sigfrido Ranucci e Giorgio Mottola, indagati per la presunta diffamazione aggravata nei confronti del padre e del fratello di Ignazio La Russa.
L'indagine era nata in seguito alla querela presentata dal presidente del Senato che lamentava l'esposizione di fatti non veritieri nei servizi giornalistici trasmessi da Report l'8 ottobre 2023 e il 12 novembre 2023 intitolati rispettivamente "La Russa dynasty" e "La ragnatela dei La Russa".
"A prescindere da eventuali aspetti di cattivo gusto oltre che non funzionali alla narrazione, relativi alle modalità con le quali il racconto è stato accompagnato in qualche punto della trasmissione" vanno riconosciuti "i presupposti generalmente riconosciuti ai fini dell'operatività dell'esercizio del diritto di cronaca e critica giornalistica", ha spiegato la gip Silvia Perrucci disponendo l'archiviazione del caso, accogliendo la richiesta del pm Mauro Clerici.
Il giornalista, infatti, si legge nel provvedimento, non deve e non può "esercitare il ruolo di censore" poiché vige il "diritto-dovere di informare la pubblica opinione" di quelle dichiarazioni. In più, secondo la gip, i giornalisti, "a fronte del contenuto" di quelle interviste, hanno "sempre effettuato le dovute precisazioni, sia chiarendo i dati storici che non consentivano di attribuire oggettiva veridicità a quanto dichiarato" dai due, "sia dando ampio spazio alle tesi contrarie", fornendo tutti i mezzi "per valutare autonomamente l'attendibilità".
Non serviranno quindi "le indagini suppletive" che avevano chiesto i legali di La Russa, opponendosi alla richiesta di archiviazione. Allo stesso tempo, però, la gip di Milano ha fatto notare che la querela si estendeva anche agli intervistati e, dunque, la procura avrebbe dovuto iscrivere per diffamazione anche Riccio e l'altro intervistato, che poi è deceduto. Per questo, la gip ha ora deciso di trasmettere gli atti alla procura per iscrivere nel registro degli indagati l'ex colonnello dei carabinieri Michele Riccio con l'ipotesi di diffamazione per le dichiarazioni fatte a Report sulla famiglia La Russa.