La Russa jr, la consulenza sulla droga dello stupro: “Non c’è certezza che sia stata data alla vittima”
È arrivato l'esito della consulenza disposta dalla Procura sui capelli della ragazza di 22 anni che ha denunciato Leonardo La Russa, figlio del presidente del Senato, di violenza sessuale insieme al suo amico dj Tommaso Gilardoni. Secondo il perito, non è possibile dimostrare se sia stata somministrata o meno la droga dello stupro.
L'esperto di tossicologia forense e docente all'Università Statale, Domenico Di Candia, ha rilevato per quel periodo dello scorso maggio la presenza del principio attivo del Ghb. Il quantitativo però non scioglie il dubbio se si tratti di una produzione fisiologica (cosa che potrebbe avvenire) o di un'assunzione o somministrazione da parte di altre persone.
Nei mesi scorsi, i legali della ragazza hanno depositato ai pubblici ministeri una consulenza dove si sosteneva che erano state riscontrate tracce di droga dello stupro compatibile con la notte tra il 18 e il 19 maggio.
"Le conclusioni della perizia disposta dalla Procura confermano in maniera assoluta che i livelli di Ghb rilevati nel capello della ragazza sono costanti nell’arco dei cinque mesi esaminati e che tali livelli escludono assunzioni esterne. Se ci fosse stata una assunzione, secondo i dati scientifici riferiti anche dal nostro consulente, sarebbe sicuramente emersa, cosa che non è avvenuta", hanno detto i legali che difendono La Russa.
Le analisi "finalizzate al rilievo e dosaggio dell'acido v-idrossibutirrico (Ghb)" sui capelli della 22enne "rappresentative di un arco temporale di circa 5 mesi dalla data del prelievo, hanno evidenziato, in ciascuno dei 5 segmenti analizzati, una concentrazione fisiologica della molecola".
"Le concentrazioni di Ghb evidenziate sono sovrapponibili a quelle comunemente attese in soggetti non consumatori della molecola".