La ripartenza di Entics, tra musica e tattoo: “Vi faccio ballare come ai tempi di BaggioKillaSound”
"Non dire che è un ritorno perché mi incazzo eh". Lo dice col sorriso Cristiano Zuncheddu, per tutti Entics, per gli amici Nino, mentre ti viene incontro nei parchetti dietro via Nicolajevka a Milano, zona in cui è cresciuto nel quartiere di Baggio, ma è serio. "Ormai chiunque butta fuori musica ogni trenta minuti, se non pubblichi nulla per più di un anno ti dicono che sei sparito", racconta a Fanpage.it mentre passeggia in direzione degli storici graffiti realizzati con la BN, la crew Baggio Nation, immortalati anche nel video di "Vita da re" in featuring con Vacca. L'occasione per incontrarlo è l'uscita del suo nuovo brano, "Top player", un ritorno – questo sì – alle origini dopo un decennio trascorso a sperimentare, a "fare progetti a tavolino, e chiudere l'esperienza in Sony con un album, Purple Haze, dedicato ai miei amici".
Non è un ritorno, che cos'è?
È una ripartenza, l'ennesima per quanto mi riguarda. Dopo il percorso in major mi sono dedicato a me stesso, ho iniziato a lavorare come tatuatore e ho tenuto lì dei progetti che ora stanno prendendo vita grazie ai Bizzarri, i miei nuovi produttori di Modena che nel mondo reggae non si fanno portare a scuola da nessuno.
Riportaci nella tua di scuola, quella di quando Baggio era ancora Baggio.
Siamo venuti su tutti insieme. Io sono arrivato a Baggio quando avevo 7 anni, prima stavo al Giambellino. Come canto ne Il Finale, ("dici che non spacco, che sono un babbo, perché non spaccio e non faccio il pagliaccio. Di cose ne ho viste bro sono cresciuto a Baggio e mi è bastato farlo quando ero ragazzo", ndr), c'è stato un periodo per tutto. A Baggio ho le mie radici, da qui ho iniziato con le tag e i graffiti con la BN. L'ambiente era quello dell'hip hop e ho conosciuto i vari Jake La Furia, Vacca e tutti gli altri che già facevano le loro canzoni. Da cosa nasce cosa e tutti mi volevano per fargli i ritornelli dei brani perché ho portato una ventata di freschezza che prima non c'era.
Il successo "locale" quando è arrivato?
Con Entics Tv Volume 1. La gente ai tempi spammava ai propri amici e si ascoltava musica leggera, cosa che per primi io e Vacca abbiamo fatto in quegli anni. Vivevamo il quartiere 24 ore al giorno, che senso aveva parlare della merda che vedevamo o di temi sociali pesanti anche nelle canzoni? E poi in quel periodo la gente era gelosa di un artista, non voleva fosse conosciuto da tutti.
Come è nato il sodalizio con Vacca?
Con la musica come passione comune. Grazie a lui ho calcato i primi palchi, abbiamo realizzato delle perle insieme. Siamo ancora amici, ci sentiamo spesso: lui è una persona che mi conosce molto bene.
Che artista eri prima dell'arrivo in Sony?
Mi ero creato una mia fanbase che mi seguiva molto, tra live e mixtape autoprodotti che poi pubblicavo online. In quel periodo c'era bisogno di quella musica reggae dancehall e infatti io ero in tutti i maggiori dischi della scena rap: da Gue Pequeno a Ensi, da Emis Killa ai Dogo. Tutti mi volevano.
Cos'hai rappresentato per il movimento?
L'ho influenzato. Prima di me non cantava nessuno sulle strumentali, ero una mosca bianca, poi tutti a volere i ritornelli e tutti a cantare. C'è sicuramente stato un pre Entics e un dopo Entics, sono stato il bivio tra una decade di artisti e l'altra. Abbiamo cambiato le cose.
Molti si chiedono: dovevi proprio andarci in major?
Sì, era inevitabile che arrivasse il momento. Poi ho scoperto che major significa anche compromessi, progetti realizzati a tavolino: inevitabilmente ho perso quegli ascoltatori che mi seguivano da prima del successo nazionale e credo di non averli mai recuperati.
Con Bizzarri pensi di riuscirci?
Vediamo, Top player sta andando molto bene e il modo in cui il brano è stato accolto è stata una sorpresa inaspettata ma molto piacevole. Questo significa che la gente ha ancora voglia e soprattutto bisogno di musica leggera.
Quindi i fan ritroveranno l'Entics di 12 anni fa?
No, questo è impossibile. Ma per il semplice fatto che non sono nemmeno più il Cristiano di 12 anni fa. Siamo tutti cresciuti, si matura e inevitabilmente anche la propria arte muta. E meno male direi.
Che rapporti hai oggi con la scena rap italiana?
Nessuno. C'è stato un periodo in cui eravamo tutti uniti e condividevamo molte cose oltre alla musica. Poi è entrato in gioco il denaro e io dopo un po' ho voluto allontanarmi. Per dirti: mi sono sposato e di loro non c'era nessuno tra gli invitati.
Hai lasciato Tempi Duri con un video su Facebook…
Sì e quello è stato un errore che poi ho un po' pagato. Però non è stato sbagliato lasciare Sony e Tempi Duri: avevo appreso tutto quello di cui avevo bisogno.
Tatui da allora?
Il primo approccio l'ho avuto nel 2007, poi ho interrotto per la musica e successivamente mi sono aperto uno studio vicino allo storico negozio Borderline, in via Mora. Dopo varie vicissitudini ho aperto lo studio attuale, The Original's Tattoo Studio in zona Darsena, dove inietto la mia arte sotto la pelle delle persone.
Che tatuatore sei?
Uno che ci mette passione e rende arte la professione.
Ti hanno mai chiesto di tatuare tue frasi?
Moltissimi. Questa cosa un po' mi lusinga e un po' mi crea imbarazzo. Quello che non faccio mai è firmare i tatuaggi, specie quelli altrui.
A 36 anni ti senti realizzato?
In realtà un po' sì ma punto a dirti di no perché quando sei realizzato vuol dire che non hai più fame di scoperta e curiosità. E sei finito.
Cosa si deve aspettare ora il pubblico di Entics?
Tanti progetti tosti prodotti da professionisti del settore. Canzoni con bassi che spostano le montagne con cui so già che non andrò in radio ma non mi interessa. Non voglio più scendere a compromessi con nessuno.
E tu cosa ti aspetti adesso dalla musica?
Di fare quello che mi piace e tornare a fare live per divertirmi e far divertire come ai tempi in cui tiravamo giù Palazzo Granaio e l'Alcatraz con BaggioKillaSound e tutte le hit dei primi mixtape.
Quindi nuovo album in lavorazione?
Abbiamo già qualcosa di pronto, man mano rilasceremo le tracce su Spotify.
Tornerà l'accoppiata con Vacca?
C’è solo un modo per scoprirlo: continuare a seguirmi.