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La rettrice dell’università Bicocca: “Donne in posizioni di leadership? Ancora tanti pregiudizi da superare”

Secondo la rettrice dell’università di Milano-Bicocca, “la società sta sicuramente facendo passi avanti verso una maggiore equità di genere. Tuttavia, è importante riconoscere che ci sono ancora pregiudizi da superare”.
A cura di Paolo Giarrusso
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Giovanna Iannantuoni
Giovanna Iannantuoni

La professoressa Giovanna Iannantuoni è rettrice dell'Università Milano-Bicocca dal 2019 e, da novembre del 2023, è anche la prima donna a presiedere la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. In un'intervista a Fanpage.it spiega: "Sebbene oggi ci sia una maggiore consapevolezza della parità di genere, le donne in posizioni di leadership possono ancora sentirsi sotto esame. Spero che si continui a progredire verso una cultura in cui il merito, indipendentemente dal genere, sia il vero criterio di valutazione".

Professoressa Iannantuoni, lei è la seconda rettrice dell'Università di Milano-Bicocca, poi altre quattro donne sono state elette al vertice di altri quattro atenei cittadini. Un po' di orgoglio lo sente?

Assolutamente, sento un grande orgoglio non solo per il mio ruolo, ma anche per il cambiamento che rappresenta. È un segnale importante che spero possa ispirare altre donne a ricoprire incarichi di responsabilità.

Cinque donne rettrici di altrettanti atenei cittadini. Cinque su otto. Che cosa significa?

È un segno di cambiamento significativo nel panorama accademico. Significa che stiamo finalmente riconoscendo il valore e il potenziale delle donne nella leadership. È un passo importante verso una rappresentanza equilibrata e un ambiente accademico più inclusivo nel quale diverse prospettive possono contribuire al progresso.

La difficoltà di conciliare la vita privata con quella professionale, immagino, non sarà cosa facile. Lei come ci è riuscita?

La conciliazione tra vita privata e professionale è una sfida comune, ma ho sempre cercato di mantenere un buon equilibrio. Ho costruito una rete di supporto intorno a me, sia sul piano personale sia professionale. Credo fermamente nella pianificazione e nella necessità di darsi delle priorità, ma anche nell'essere flessibili di fronte alle esigenze di entrambe le aree della vita.

Quale dote deve avere una rettrice di un'università importante come Milano-Bicocca?

Una rettrice deve avere una combinazione di competenze e doti, tra cui una forte capacità di leadership, empatia, visione strategica e una naturale propensione all'ascolto. È fondamentale essere in grado di comprendere e valorizzare le diverse esigenze della comunità accademica, creando un ambiente inclusivo in cui tutti possano crescere personalmente e professionalmente.

Di difficoltà ne avrà incontrate non poche. Mi dice qual è, secondo lei, la maggiore nell’espletamento del suo ruolo?

Una delle sfide maggiori è senza dubbio la capacità di accogliere cambiamenti significativi in un'istituzione consolidata. Trovare il giusto equilibrio tra innovazione e tradizione può essere complesso, è un lavoro di determinazione e dialogo.

Nel panorama europeo, come si colloca l'Università di Milano-Bicocca, e, secondo lei, complessivamente, il mondo universitario milanese?

L'Università di Milano-Bicocca si colloca molto bene nel panorama europeo grazie alla qualità della ricerca e all'attenzione alla didattica. Milano, nel suo complesso, è un hub di innovazione e cultura che offre opportunità uniche di collaborazione e crescita. La nostra università contribuisce attivamente a questa rete, portando avanti progetti che mirano a migliorare la qualità della vita e a risolvere le sfide della contemporaneità

Sinceramente: è finito il tempo in cui, nella sua posizione, una donna deve sempre dimostrare qualcosa in più di un uomo, per essere all’altezza del ruolo?

La società sta sicuramente facendo passi avanti verso una maggiore equità. Tuttavia, è importante riconoscere che ci sono ancora pregiudizi da superare. Sebbene oggi ci sia una maggiore consapevolezza della parità di genere, le donne in posizioni di leadership possono ancora sentirsi sotto esame. Spero che si continui a progredire verso una cultura in cui il merito, indipendentemente dal genere, sia il vero criterio di valutazione.

Sotto la sua guida, che obiettivi si è posta e si pone l'Università di Milano-Bicocca?

Sotto la mia guida, l'Università di Milano-Bicocca si è affermata come modello di eccellenza in ricerca, didattica e inclusione. I nostri obiettivi includono il rafforzamento delle collaborazioni con il territorio e l'internazionalizzazione, la promozione della ricerca interdisciplinare e la formazione di studenti che possano affrontare le sfide del futuro con competenza e sensibilità sociale.

Chi sono per lei gli studenti universitari? Che cosa rappresentano?

Gli studenti universitari sono il cuore pulsante della nostra istituzione. Rappresentano il futuro della nostra società e la speranza di un cambiamento positivo. Sono portatori di idee, passioni e aspirazioni e il nostro compito è quello di fornire loro gli strumenti necessari per realizzare il loro potenziale e contribuire al bene comune.

Che cosa manca infine, secondo lei, Professoressa Iannantuoni, dall’alto del suo ruolo e della sua esperienza, al mondo universitario milanese per affermarsi ancora di più in campo nazionale ed internazionale?

Per affermarci ulteriormente a livello nazionale e internazionale, è fondamentale investire nella qualità della ricerca e nell'innovazione. Dobbiamo anche migliorare la nostra capacità di comunicare i successi e le peculiarità delle nostre istituzioni, creando reti solide e collaborazioni strategiche. Solo così possiamo diventare un punto di riferimento riconosciuto nel panorama accademico globale.

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