La ragazza tedesca molestata la notte di Capodanno in piazza Duomo: “Voglio solo dimenticare tutto”
"Voglio solo dimenticare tutto quello che è successo". Affida il suo racconto di quella notte all'agenzia stampa Ansa la ragazza tedesca molestata da un "branco" di ragazzi la notte di Capodanno in piazza Duomo mentre sullo sfondo il caos dei festeggiamenti. Quello che è accaduto lo sta ricostruendo secondo per secondo la Squadra mobile della Questura di Milano, sotto la guida di Marco Calì: sarebbero almeno cinque i casi di violenza sessuale di gruppo avvenuti in piazza quella notte. La prima denuncia è quella di una ragazza di 19 anni che è stata raggiunta e circondata da 30 ragazzi prima di essere palpeggiata dai giovani.
Il racconto della ragazza
"Sono ancora sotto choc, non riesco a realizzare quello che è successo", ha aggiunto la ragazza, 20 anni. E ancora ha aggiunto: "Non riesco ancora a dormire, mi sveglio nel mezzo della notte tremando". La 20enne ha raccontato che i ragazzi la guardavano e ridevano: "Mi guardava con uno sguardo che diceva ‘fai quello che vuoi, tanto io continuo'". La ragazza quella notte aveva raggiunto alcuni amici in Duomo: era in compagnia di una sua amica quando è stato schiacciato contro una transenna e continuamente toccata dai giovani. "Ho capito che mi stavano toccando volevamo scappare ma c'era troppa gente. Non riuscivamo così a muoverci". La 20enne racconta che l'amica è caduta perché il gruppo continuava a spingere finché non hanno iniziato a molestarla. "Ho sentito mani dappertutto, anche dentro il reggiseno che mi è stato praticamente strappato". Quando sono arrivate vicine alle transenne le due ragazze hanno iniziato a urlare verso la polizia: "Non ci aiutava nessuno. Quando siamo riuscite ad arrivare dalla polizia, non ci capivano perché nessuno parlava inglese". In loro aiuto è intervenuto un fotografo. Poi la denuncia. La Questura ora sta cercando di risalire all'identità dei giovani, capire se era lo stesso gruppo in tutti e cinque i casi di molestie oppure erano più di uno. Saranno i filmati pubblicati sui social e le immagini delle telecamere di video-sorveglianza a permettere alle forze dell'ordine di risalire all'identità degli aggressori.