La ragazza costretta a riti satanici dalla famiglia adottiva è rimasta incinta del padre
Stuprata, picchiata, ridotta in schiavitù. È quanto una ragazza è stata costretta a subire per anni da quella che sarebbe dovuta essere la sua nuova famiglia. I fatti risalgono agli anni Duemila quando la giovane non aveva ancora 18 anni ed era stata affidata a una coppia: l'adolescente aveva infatti denunciato i suoi genitori naturali per violenze. Denuncia che poi era stata archiviata.
La ragazza violentata durante alcune messe nere
La coppia affidataria – stando a quanto racconta la ragazza – l'avrebbe violentata durante alcune messe nere avvenute tra la Toscana e la Lombardia. Stando a quanto riportato dall'Agi, la donna aveva denunciato più volte le famiglia.
Nessuno però le aveva creduto. Le violenze, che sono state descritte in modo chiaro e preciso, sarebbero avvenute soprattutto in un centro di registrazioni musicali gestito dal padre affidatario.
La ragazza sarebbe stata ridotta in schiavitù
Nell'ordinanza di custodia cautelare, la giudice scrive che i due imputati "hanno ridotto e mantenuto la ragazza in uno stato di soggezione continuativa". Uno status che avrebbe compromesso la sua libertà e l'avrebbe ridotta a una condizione di schiavitù: "Una schiava che doveva assecondare ogni loro richiesta, destinata a subire violenze sessuali individuali con il padre e brutali violenze sessuali".
Il tutto, ricorda la giudice, è avvenuto "nel corso di inquietanti rituali che si svolgevano con modalità che richiamavano le messe sataniche".
La ragazza, dopo che sarebbe stata picchiata e sedata, sarebbe stata condotta nello studio di registrazione dove ci sarebbe stato un tavolo al centro, alcune candele e un crocifisso capovolto: "Qui, distesa su un tavolo, sottoposta a brutali sevizie, ferita alla schiena e alle gambe con un coltello, e poi sottoposta a violenze sessuali da parte del padre affidatario e di altri uomini incappucciati e vestiti di bianco".
La ragazza avrebbe avuto un figlio dal padre affidatario
Il tutto sarebbe avvenuto davanti alla madre affidataria che, durante le violenze, l'avrebbe tenuta ferma e recitava alcune litanie. Nel 2002 la ragazza avrebbe avuto un figlio dal padre affidatario.
L'uomo, insieme alla moglie, avrebbero cercato di convincerla ad abortire affermando che il bimbo fosse "un abominio della natura". Una volta partorito, la coppia l'avrebbe punita applicando, durante i riti satanici, alcuni punti di sutura nella vagina. Alcuni anni dopo, il piccolo sarebbe stato allontanato mentre la ragazza sarebbe andata a vivere in Toscana in una dimora protetta.
Ed è proprio in Toscana che sarebbero avvenute altre violenze di gruppo. I carabinieri l'avrebbero trovata segregata "in un'intercapedine" e in un'altra occasione "in una botola".
La giovane è stata sottoposta ad alcune perizie psichiatriche
La ragazza è stata sottoposta ad alcune perizie psichiatriche che però non hanno messo in luce alcuna patologia psichiatrica: sembrerebbe essere "dotata di buon senso della realtà". Inoltre ci sarebbero referti medici sulle gravi lesioni che non sarebbero auto-inferte e sarebbero saltati fuori legami della coppia "con soggetti di ambienti satanisti", che si aggiungano alle testimonianze delle persone che hanno preso in cura la vittima.
Nei mesi scorsi, la donna avrebbe ricevuto minacce da parte della coppia. Per questo caso il giudice per le indagini preliminari di Milano, Stefania Pepe, avrebbe disposto l'obbligo di dimora e il divieto di avvicinamento alla presunta vittima.
Le sue accuse, stando al giudice, sono ritenute pienamente credibili nonostante in passato ci siano state varie archiviazioni, una sentenza di prescrizione dopo un'assoluzione in primo grado e una condanna in secondo grado, ma per il reato di sequestro di persona.