La protesta degli studenti contro il caro affitti approda davanti a Regione Lombardia
Si allarga a macchia d'olio la protesta degli studenti contro il caro affitti, partita dal Politecnico di Milano e giunta fino agli atenei di tutta Italia e ai palazzi del governo.
Adesso tocca a quello di Regione Lombardia: nella giornata di oggi martedì 16 maggio le tende simbolo delle rivendicazioni studentesche spuntano infatti anche in via Galvani a Milano, dove una decina di universitari si è data appuntamento per manifestare per il diritto alla casa – e denunciare i costi ormai proibitivi del mercato immobiliare cittadino.
Le richieste degli studenti a Regione Lombardia
"Perché Regione Lombardia?", racconta uno degli studenti a Fanpage.it, durante il presidio organizzato da Cambiare Rotta. "Regione Lombardia è colpevole di non aver riformato i criteri di accesso alle case popolari tra il 2016 e il 2019, non contemplando nemmeno la categoria degli studenti".
"Abbiamo in tutto quattro richieste: l'abolizione della legge 431 del 1998, che con il governo D'Alema ha privatizzato il mercato immobiliare. Il censimento di tutti gli alloggi sfitti pubblici e privati e loro riutilizzo per diritto all’abitare, che è diritto allo studio".
E ancora ."Chiediamo che i fondi del Pnrr siano spesi per un vero diritto all’abitare e non logiche dell’eccellenza per costruire palazzine e alloggi di lusso, anche studentati. Infine, chiediamo che sia istituito il reddito studentesco per fasce popolari, per combattere l'elitarizzazione dell’università".
Il ritiro dell'emendamento che avrebbe sbloccato 660 milioni contro il caro affitti
Un segnale dall'alto, intanto, è arrivato. Ma forse non è dei più buoni: è di poco fa la notizia infatti del ritiro da parte del governo dell'emendamento che avrebbe sbloccato 660 milioni contro il caro affitti. "L'ennesimo passo indietro. Ma quei soldi come sarebbero stati spesi? In alloggi popolari per studenti o in studentati di lusso?", il commento dei contestatori.