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La prof accoltellata da uno studente ad Abbiategrasso: “La sua bocciatura è un atto dovuto”

È stato espulso da scuola e bocciato lo studente che lo scorso 29 maggio ha aggredito a coltellate in aula la sua professoressa di Italiano: la famiglia del 16enne, ora recluso al Beccaria, ha già fatto richiesta di revoca.
A cura di Francesca Del Boca
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La bocciatura e l'espulsione del 16enne che a fine maggio ha accoltellato alle spalle la sua prof di italiano mentre correggeva delle verifiche in classe, all'istituto Alessandrini di Abbiategrasso (Milano)? "È stato un atto dovuto, a tutela dei lavoratori della scuola e anche degli alunni e delle loro famiglie: non avrebbero considerato accettabile il ritorno di questo ragazzo", taglia corto in un'intervista al Corriere della Sera proprio Elisabetta Condò, la docente vittima dell'aggressione. "Non è stata una decisione pilatesca ma consapevole, che ha preso atto delle testimonianze di tutte le parti coinvolte".

La famiglia del 16enne contro la bocciatura

Una decisione della scuola contro cui la famiglia del giovane, ora recluso all'istituto penale per minorenni Beccaria, avrebbe già stabilito di fare ricorso. "Il ragazzo aveva la media del 9 in fisica e dell’8 in matematica, è arrivato secondo ai giochi scientifici dell’istituto. L’unica insufficienza era in storia, materia della professoressa", erano state parole del legale che assiste il 16enne. "La bocciatura e l’allontanamento adesso renderanno più difficile un inserimento futuro in classe".

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"Gli insegnanti non sono psicologi"

La professoressa dell'Alessandrini di Abbiategrasso, nel frattempo, sta affrontando un lungo percorso di riabilitazione per recuperare la mobilità del polso e delle dita. "I colpi al polso hanno reciso i tendini e il nervo ulnare, ho avuto un danno permanente a un’arteria. Faccio fisioterapia quotidiana, molto dolorosa", racconta sempre al Corriere della Sera. E punta il dito: "In riferimento al mio caso posso dire che alla scuola, come spesso accade, sono state attribuite responsabilità che non ha, come il saper leggere i disturbi psichiatrici: qui i ragazzi passano solo cinque ore al giorno, oltre la scuola ci deve sempre essere la famiglia".

"Reputo quanto accaduto un fatto isolato poiché la  maggior parte dei ragazzi che incontro, nonostante frequentino i social e siano esposti a contenuti violenti, hanno comunque famiglie alle spalle che li guidano", conclude infatti la professoressa. E si rivolge proprio alla famiglia dello studente: "Loro hanno presentato le scuole alla scuola, sì. Ma io mi aspettavo scuse dirette".

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