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La Procura indaga su una presunta sfida social: sesso di gruppo senza precauzioni, perde chi resta incinta

Si chiamerebbe “sex roulette”: chi resta incinta dopo un rapporto di gruppo con sconosciuti, senza protezioni, perde. Gli ultimi due casi sono in Lombardia e la Procura di Brescia ha annunciato di aver aperto un’indagine.
A cura di Francesca Del Boca
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La Procura della Repubblica di Brescia sta indagando su una nuova possibile sfida social: la cosiddetta "sex roulette". Consisterebbe, secondo quanto si apprende, nell'avere rapporti sessuali, anche di gruppo e con sconosciuti, senza protezioni: perde chi rimane incinta.

I casi in Lombardia e le indagini della Procura

I casi mappati sono, fortunatamente, ancora molti pochi ma il fenomeno esisterebbe tra gruppi social di Telegram e tra gruppi WhatsApp. I primi due casi acclarati di questo pericolosissimo gioco sono in Lombardia, segnalati proprio nei giorni in cui la Procura di Brescia ha annunciato – a margine di una conferenza sul cyberbullismo – di aver aperto un'indagine dedicata.

"Ci sono arrivate due segnalazioni la scorsa settimana: in un caso una ragazzina è rimasta incinta a seguito di questa challenge. Nell’altro, per fortuna, si è trattato di una falsa gravidanza”, conferma Ivano Zoppi della Fondazione Carolina, onlus costituita in memoria di Carolina Picchio (la 14enne novarese morta nel 2013 per colpa dell'odio online) contro cyberbullisimo e rischi della rete, che ha attivato una sorta di "pronto intervento informatico" per fronteggiare emergenze del genere.

Che siano state coinvolte dal fidanzato o semplicemente tirate dentro i gruppi da altri sconosciuti, quel che le segnalazioni hanno in comune è il fatto di riguardare spesso giovanissime ragazze, di età compresa intorno ai 14/15 anni.

Cos'è la sex roulette

"Non parlerei, per il momento, di vero e proprio allarme. È sicuramente però un fenomeno che esiste, e che come vediamo mostra già le sue drammatiche conseguenze", sempre il commento dalla Fondazione Carolina. "In generale, comunque, è preoccupante il mondo delle challenge virtuali di per sé". Ovvero sfide condotte senza la percezione del rischio reale e delle conseguenze.

Ma il punto, alla fine, è un altro. "Dobbiamo seriamente chiederci cosa c'è dietro tutto questo. Il bisogno di questi ragazzi di mettersi in pericolo, di sentirsi vivi in questo modo. E il mondo degli adulti che non vede il loro disagio".

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