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“La Premier non ci risponde neanche”: il padre di Luca Attanasio è preoccupato che il Governo ignori il processo

Durante la prima udienza preliminare in Tribunale a Roma sulla morte dell’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, lo Stato era assente. Il padre Salvatore Attanasio a Fanpage.it spera che il governo si costituisca parte civile, “ma alla mia richiesta non ho ancora ricevuto risposta”.
A cura di Giorgia Venturini
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C'è silenzio da parte del governo sul processo che vede come imputati i due dipendenti Onu del Programma alimentare mondiale (Pam) accusati di omicidio colposo e omesse cautele sulla morte dell'ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio. Il diplomatico italiano, originario di Limbiate, alle porte di Milano, fu vittima di un agguato il 22 febbraio del 2021 avvenuto lungo la Route National 2 tra Goma e Rutshuru nella Repubblica democratica del Congo: nell'attentato morirono anche il carabiniere di scorta, Vittorio Iacovacci, e l’autista dell’Agenzia Onu, Mustapha Milambo. Per l'accusa di omicidio invece il Tribunale militare a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo, ha condannato all’ergastolo sei uomini.

A processo in Italia invece ci sono il dipendente di nazionalità congolese del Pam Mansour Rwagaza e quello di nazionalità italiana Rocco Leone. Durante la prima udienza preliminare al Tribunale di Roma si è deciso per il rinvio per il prossimo primo giugno quando il giudice per l'udienza preliminare deciderà se mandare a processo gli imputati.

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Il governo non risponde alla famiglia Attanasio

Durante la prima udienza preliminare nessun rappresentate dello Stato era presente: il governo di Giorgia Meloni sembra aver deciso per il momento di non costituirsi parte civile. La famiglia di Attanasio ha inviato una lettera alla Presidenza del Consiglio chiedendo la loro presenza al processo, ma per ora nessuno ha risposto.

A Fanpage.it il padre di Luca Attanasio, Salvatore, ha commentato così questo silenzio: "È incomprensibile che lo Stato non sia presente al processo. Luca e il carabiniere erano due servitori dello stato caduti i servizio. Lo Stato ci ha sempre sostenuti quindi non capiamo questo cambio di rotta. Noi abbiamo chiesto ma non abbiamo ricevuto risposta: abbiamo mandato una lettera alla Presidenza del Consiglio e nessuno ci ha ancora risposto. Abbiamo chiesto se possono costituirsi parte civile o quanto meno che l'avvocatura dello Stato sia presente".

Poi ha aggiunto: "C'è ancora tempo per un possibile ripensamento perché l'udienza preliminare è stata rinviata al primo di giugno. Al momento però c'è solo silenzio, non una definitiva presa di posizione. Quindi la speranza è l'ultima a morire. Non riusciamo a spiegarci il perché di questo silenzio".

Le difficoltà dell'avvio del processo

La prima udienza preliminare è iniziata già in salita. Il processo rischia di andare avanti solo per uno degli imputati: uno dei due funzionari del Programma alimentare mondiale dell’Onu, il congolese Mansour Rwagaza, risulta irreperibile da quando è ritornato in Congo.

Il pubblico ministero durante la prima udienza ha chiesto dunque al giudice di emettere un decreto di irreperibilità: questo consentirebbe di stralciare la posizione di Mansour Rwagaza e di andare avanti con il processo nei confronti del funzionario italiano. Altro però assente durante la prima udienza era l'avvocatura di Stato: da qui il timore che il governo Meloni non si costituisca parte civile.

Il sindaco di Limbiate: Mi auguro che il governo si costituisca parte civile

A Fanpage.it anche il sindaco di Limbiate, Antonio Domenico Romeo, sostenuto dal centrodestra, ha commentato questa prima assenza: "Mi auguro che il governo si costituisca parte civile: se decidessero di no sarei rammaricato. Da sindaco se fossi io al governo mi costituirei perché erano due servitori dello Stato italiano". Del resto Limbiate è la città natale di Attanasio: qui si sono tenuti i funerali e qui è stata dedicata a suo nome la villa storica del paese. Il governo è ancora in tempo per avere una sua rappresentanza al processo e per rispondere alla famiglia di Luca Attanasio.

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