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La paziente del medico di guardia arrestato per violenza sessuale a Milano: “Ero pietrificata”

Un medico di 40 anni, residente a Varese ma operativo tra Milano e San Giuliano Milanese, ha violentato almeno quattro pazienti durante le visite mediche. Potrebbero esserci altre vittime.
A cura di Francesca Del Boca
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Foto di repertorio
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Mal di pancia, nausea, tachicardia. Sono svariati i sintomi con cui diverse pazienti, almeno quattro, si sono presentate dalla guarda medica tra gennaio e agosto del 2023. Sempre uguale al contrario il copione seguito dal dottore in questione, un 40enne residente a Varese ma al lavoro in più ambulatori tra Milano città e San Giuliano Milanese: la paziente che viene fatta sdraiare sul lettino, invitata a togliersi la maglietta e poi anche gli slip.

"Ero come pietrificata durante quella visita", racconterà una di loro, che davanti alla guardia medica lamenta un fortissimo dolore all'intestino. "Al momento ho immaginato che quella fosse una pratica medica usuale per la mia patologia". In realtà, come appurato dalle indagini dei Carabinieri della Compagnia di San Donato e degli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Milano, si tratterà di una vera e propria violenza sessuale. 

Per questo lo scorso 21 novembre N.E., medico di base nativo del Camerun e residente a Varese, è finito ai domiciliari in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lodi Giuseppe Pighi. I casi accertati sono avvenuti negli ambulatori di San Giuliano Milanese, di via Monte Palombino a Santa Giulia e di piazzale Bande Nere a Milano. In uno in particolare, "la parte offesa ha poi affermato di essere stata interessata da episodi depressivi e da insonnia", si legge negli atti dell'inchiesta che ha portato agli arresti la guarda medica, a seguito di "atti sessuali commessi contro la volontà" che "emergono in tutta la loro gravità".

Ma non solo. Il rischio che la conta delle vittime possa aumentare, infatti, è molto alto. "È auspicabile che eventuali altre persone che fossero a conoscenza di circostanze rilevanti in ordine al medesimo contesto si rendano disponibili a contattare la Polizia Giudiziaria che procede”, fa sapere la Polizia attraverso un comunicato.  "L'autorità giudiziaria e la polizia giudiziaria proseguono le attività di accertamento, attraverso l'ascolto delle persone informate sui fatti, con le modalità più idonee ad assicurare la riservatezza di tali operazioni".

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