La ‘ndrangheta dietro quattro locali del Mercato Comunale Isola a Milano: 14 arresti in Lombardia
Altro colpo alla ‘ndrangheta in Lombardia da parte delle forze dell'ordine e della Procura di Milano. Oggi lunedì 15 aprile 14 persone sono finite in carcere con l'accusa di far parte di un sodalizio mafioso di matrice ‘ndranghetista capeggiato dalla famiglia calabrese Piromalli, fa tempo presente in Lombardia. Il gruppo criminale – secondo le indagini – agiva sul territorio con l'aggravante mafiosa: dovrà difendersi dall‘intestazione fittizia dell'attività commerciali, estorsione, truffa ai danni di agenzie di lavoro interinale e traffico di rifiuti. Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti nelle province di Milano, Monza-Brianza, Varese, Pavia, Modena e Mantova.
Esattamente nel "modello" delle organizzazioni criminali, anche questo gruppo poteva contare sulla collaborazione di diversi soggetti compiacenti, utilizzati come "prestanome al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali concretamente applicabili, cui veniva attribuita fittiziamente la titolarità di diversi esercizi commerciali ubicati in Lombardia e in Piemonte". L’indagine, condotta con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma e della Rete Operativa @ON di Europol, "ha permesso di disarticolare l’associazione ‘ndranghetisra, che riconosceva nella potente cosca Piromalli di Gioia Tauro (RC) un suo solido punto di riferimento".
Il sodalizio criminale, appartenente alla cosca della piana di Gioia Tauro, agiva illegalmente in più settori: dai locali di intrattenimento della movida milanese servendosi sempre di un loro tramite, nonché uomo di fiducia. Nel dettaglio, qui aprivano attività imprenditoriali servendosi di prestanomi. Sempre nel blitz di oggi sono state sequestrate "quattro società di capitali titolari di altrettanti esercizi commerciali di somministrazione di cibi e bevande, in quanto di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dall’amministratore di fatto e dai compiacenti prestanome, in parte ubicati all’interno del "Mercato Comunale Isola", struttura di proprietà del Comune di Milano e oggetto di concessione ad un raggruppamento temporaneo di imprese che, a loro volta, avevano dato in locazione degli spazi commerciali alle suddette società destinatarie del provvedimento di sequestro".
A dirigere tutto c'era un ‘ndranghetista con l'alto grado di "Vangelo": era in "grado di dirimere eventuali controversie che promuoveva, pianificava ed organizzava gli associati nelle diverse azioni criminali nel territorio milanese nel business dello smaltimento rifiuti, utilizzando come discariche aree protette e capannoni industriali abbandonati". Era lui a stipulare contratti di "somministrazione fittizi in assenza di effettive esigenze di impiego di forza-lavoro, per truffare numerose agenzie di lavoro interinale con la complicità dei lavoratori somministrati che, sistematicamente, retrocedevano gli stipendi ai sodali del suddetto gruppo criminale".