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La ‘ndangheta investe nei campi da padel a Milano: sequestrati 8 campi da gioco

Agli arresti Marco Molluso, nipote di due boss e allenatore di calcio. L’uomo, attraverso le sue società, avrebbe messo le mani nella gestione del centro sportivo comunale Lombardia Uno di via De Nicola a Milano. Sotto sequestro otto campi abusivi. “Il padel è un business infinito, tutto a salire”
A cura di Francesca Del Boca
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Immagine di repertorio
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In una precedente versione dell'articolo compariva un'immagine di repertorio riconducibile alla Zeta Padel Club S.r.l., che però è del tutto estranea alla vicenda.

È la nuova mania dei milanesi: si chiama padel e assomiglia al tennis, con pallina gialla e una racchetta simile a una padella. Un gioco che richiama negli anni sempre più adepti in città. Un giro di affari non da poco, destinato a crescere sempre più. Lo sapeva bene anche la ‘ndrangheta, che aveva deciso di allungare le mani anche su quell'attività così remunerativa. "Un business infinito… in teoria per i prossimi 8 o 10 anni è tutto a salire". 

Le mani della ‘ndrangheta sul centro di padel milanese

Così la Direzione investigativa antimafia ha arrestato l’imprenditore 39enne Marco Molluso, nipote dei boss mafiosi Giosofatto e Francesco, entrambi condannati per associazione mafiosa, originari di Platì (Reggio Calabria) ma da anni migrati a Buccinasco, storico fortino dei clan calabresi nell’hinterland milanese. Secondo il gip l'uomo, che ha precedenti condanne per droga e oggi allena la squadra di calcio dilettante Castanese a Castano Primo, è "gravemente indiziato dei reati di emissione ed utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e autoriciclaggio".

Sotto sequestro anche otto campi da gioco al centro Lombardia Uno di via De Nicola a Milano, di proprietà comunale: qui Marco Molluso, attraverso le sue società, gestiva il bar e soprattutto finanziava e costruiva campi abusivi. Ai lavori, secondo il gip, avrebbe inoltre partecipato tutta la famiglia Molluso.

La frode fiscale da 700mila euro per costruire i campi da padel abusivi

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, tra il 2020 e il 2021 la società immobiliare di cui risulta titolare Marco Molluso sarebbe stata al centro di una frode fiscale di oltre 1,5 milioni di euro, legata sia all’emissione che all’utilizzo di fatture false. Parte di quei soldi, ovvero 700mila euro, sarebbero così stati investiti nella costruzione dei campi da padel abusivi. "Però, dietro questo ca… di padel c'è un business infinito… in teoria per i prossimi 8-10 anni è tutto a salire", commentava, intercettato. Un giro di denaro tale da far gola anche alla malavita organizzata. Fino a oggi.

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