La morte di Laura Ziliani resta un mistero: chiesto più tempo per gli esiti dell’autopsia
Restano avvolte dal mistero le cause della morte di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù scomparsa a maggio di quest'anno e ritrovata cadavere tre mesi dopo. Gli esperti incaricati dell'autopsia sulla salma della donna, come riporta il quotidiano "Il Giorno", hanno infatti chiesto ancora del tempo per consegnare la relazione con gli esiti degli esami. Dal documento del team di esperti guidati dal professor Andrea Verzelletti si attendono le risposte che finora non sono arrivate: come e dove è stata uccisa Laura? E dove è stato nascosto il suo cadavere, prima che venisse ritrovato nel fiume Oglio?
I tre presunti colpevoli restano in carcere
Su chi siano i colpevoli di un delitto che ha scioccato l'opinione pubblica, invece, gli inquirenti hanno pochi dubbi: sono in carcere, accusati di omicidio e occultamento di cadavere, due delle figlie di Laura, Paola e Silvia Zani, e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani, che a quanto pare aveva una relazione anche con l'altra sorella. Un triangolo amoroso di cui Laura era a conoscenza, ma che non sarebbe il movente del delitto, consumatosi secondo gli inquirenti per motivi economici, legati al patrimonio dell'ex vigilessa. Nessuno tra gli arrestati ha comunque finora parlato né aiutato gli inquirenti, che si trovano a fare i conti con tanti dubbi irrisolti. Si sa ad esempio che Laura non è morta annegata, perché nei suoi polmoni non c'era acqua: sarebbe dunque stata uccisa altrove, prima di essere portata nel fiume Oglio. Ma neanche i farmaci rinvenuti all'interno del corpo dell'ex vigilessa le sarebbero stati fatali. L'altro tassello ancora mancante nella vicenda è dove sia stata uccisa la donna e dove sia stato conservato il suo cadavere: tra le ipotesi anche quella che il corpo di Laura, ritrovato integro e in parte mummificato, sia stato tenuto nascosto nella cosiddetta "Casa delle croci", una ex colonia abbandonata vicina al fiume Oglio.