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Milano post Covid: “Più giovani e italiani in fila da Pane Quotidiano per beni di prima necessità”

Sono sempre più gli italiani, molti giovani, in coda davanti alle sedi di Pane Quotidiano a Milano. L’associazione, impegnata da anni nella distribuzione di alimenti e generi di prima necessità, a Fanpage.it ha raccontato che la tipologia delle persone che arriva davanti alle sue sedi è cambiata rispetto al periodo antecedente il lockdown. “Ci sono molti meno anziani, probabilmente ci sono più persone in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro a causa del coronavirus”.
A cura di Ilaria Quattrone
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L'associazione Pane Quotidiano durante la distribuzione di generi di prima necessità
L'associazione Pane Quotidiano durante la distribuzione di generi di prima necessità

Più italiani e soprattutto giovani. Sono queste le persone che nell'ultimo periodo, nella Milano post Covid, popolano "Pane Quotidiano", l'organizzazione laica, apolitica, apartitica e senza scopo di lucro che ha come obiettivo quello di fornire ogni giorno e in forma gratuita prodotti alimentari e generi di conforto a chiunque si presenti nelle loro sedi, senza fare nessun tipo di distinzione. Né etnia, né religione possono fermare le mani tese, o impegnate a imbustare prodotti, di tutti quei volontari che ogni giorno riempiono le stanze di Pane Quotidiano per lasciare un'impronta o solo un sorriso confortante. Anche se attualmente nascosto dalla mascherina.

Pane Quotidiano, più giovani italiani tra le file dell'associazione

"I numeri sono sempre più o meno quelli. Se prima era più difficile trovare dei giovani in fila, adesso è invece se ne vedono molti di più. E sono soprattutto italiani. Probabilmente sono persone in cassa integrazione o gente che ha perso il lavoro a causa della crisi economica dovuta al coronavirus". A rivelarlo a Fanpage.it è Luigi Rossi, vice presidente di Pane Quotidiano. C'è, chiaramente, un grado incertezza nel fornire una fotografia precisa dei nuovi bisognosi che bussano alle porte della onlus, derivante dalla natura della struttura. Il mantra, che rispecchia l'animo delle sedi di viale Toscana e viale Monza, è infatti: "Sorella, fratello, qui nessuno ti domanderà chi sei, né perché hai bisogno, né quali sono le tue opinioni", parole affisse anche agli ingressi e che Pane Quotidiano mette all'opera ogni giorno.

Sospesa la distribuzione di vestiti e altri generi di conforto

Per poter ricevere i vari generi di necessità non è necessario dare nessun tipo di documento o fornire spiegazioni. L'unica cosa da fare è presentarsi la mattina davanti ai cancelli e attendere con pazienza il proprio turno. Rispetto al periodo precedente il lockdown, la distribuzione è completamente cambiata. Prima gli ospiti facevano un percorso all'interno del quale venivano inseriti nei sacchetti i vari alimenti che avevamo a disposizione per la giornata. Oggi invece "prepariamo già noi le rassegne alimentari – spiega Rossi  – per velocizzare la distribuzione. Vengono quindi ritirati dei pacchi già confezionati con l'intento di evitare che si formino assembramenti di persone che possono essere causa di contagio". Purtroppo, la distribuzione di altri beni come vestiti al momento è stata sospesa. "Abbiamo dovuto fermarci – continua – per problematiche sia di carattere logistico che sanitario. Riprenderemo solo quando le condizioni saranno più favorevoli".

Aumentano produttori e aziende disposti a donare alimenti

I generi alimentari distribuiti da Pane Quotidiano arrivano da aziende che con le loro donazioni sostengono l'attività dell'associazione e dei volontari. Ultimamente si sono aggiunti nuovi produttori. "Fortunatamente pacchi da distribuire ne abbiamo. Le aziende hanno continuato incessantemente a donare e negli ultimi tempi – conclude – abbiamo anche nuovi produttori. Siamo riusciti a mantenere, anche in questo periodo, un equilibro tale che ci consente di proseguire nella nostra attività nei migliori dei modi".

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