La Mantide della Brianza torna in tribunale: è accusata di truffa e ricettazione
Ancora guai per Tiziana Morandi, ormai ribattezzata "Mantide della Brianza" dopo la condanna in primo grado a 16 anni e cinque mesi per aver narcotizzato e derubato uomini adescati in chat. Stavolta, davanti ai giudici di Monza, dovrà rispondere alle accuse di calunnia e ricettazione a seguito della denuncia presentata da un parrucchiere 60enne di Bellusco (Monza e Brianza).
I fatti risalgono a novembre 2020. Anche in questo caso, l’incontro tra l’uomo e la donna è avvenuto attraverso i social network. Lei si presenta come un medico che raccoglie soldi per beneficenza a favore di bambini malati, e riesce a farsi dare 50 euro. Un copione che si ripete: alle sue vittime, secondo quanto emerso durante il processo, raccontava spesso di essere impegnata nel volontariato.
Una volta invitato il commerciante a casa propria, gli spiega di aver bisogno di immediata liquidità (1.250 euro) per sostenere le urgenti spese legali necessarie alla riscossione di una fantomatica eredità che la avrebbe finalmente resa ricca: a garanzia di questa richiesta di prestito avrebbe dato all'uomo due Rolex, poi risultati falsi, e alcuni gioielli di poco conto. Ma non solo. Dopo la denuncia ai Carabinieri del negoziante, che fa valutare a un gioielliere gli orologi e scopre l'inganno, Tiziana Morandi querela il 60enne sostenendo di essere stata truffata: da qui le accuse di ricettazione e calunnia.