La manager che sarebbe stata violentata in un locale sui Navigli al fidanzato: “Hanno abusato di me”
Si sveglia dolorante, senza ricordare niente. Ma la sensazione è che la sera prima sia accaduto qualcosa di brutto. "Hanno abusato di me", confessa in lacrime al fidanzato la giovane di 32 anni che nel marzo scorso ha denunciato di aver subito una violenza dopo una serata trascorsa in un locale sui Navigli a Milano.
Per le pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, che hanno chiesto il rinvio a giudizio per tre ragazzi (tra cui i due titolari del bar), la 32enne"non era in grado di esprimere il consenso, aveva bevuto". Pesantissima l'accusa, quella di stupro di gruppo. "È stato un rapporto consenziente", si difendono adesso i tre indagati. "Le telecamere del locale dimostreranno la verità. Questo fatto è molto grave", ha dichiarato uno di loro a Fanpage.it.
Le stesse telecamere del locale sul Naviglio pavese, visionate dagli inquirenti, riprendono due momenti in particolare: quello in cui la ragazza sarebbe stata avvicinata, e quello in cui i tre sarebbero usciti dal sotterraneo dove potrebbe essere avvenuto l'abuso. "Non ricordo nulla", è la versione della 32enne, che lavora per una multinazionale. Che, davanti ai Carabinieri, cerca di ricostruire quella nottata dello scorso 16 marzo.
Una serata che inizia nel migliore dei modi, con una cena in compagnia di un amico emigrato all'estero. La 32enne conosce il locale, e conosce i proprietari. "Dopo aver consumato cibo e due birre, i due proprietari iniziarono a preparare degli shottini", mette a verbale la presunta vittima. "Prepararono una shot-box con dentro 36 bicchierini di liquore, ma ne ho consumati solo tre". Uno dei titolari avrebbe invitato la giovane ad andare dietro il bancone, per "insegnarle a preparare i cocktail". Qui sarebbe entrato in scena anche un terzo uomo, mentre l'amico se ne sarebbe andato. Poi il buio.
"Ricordo solo una porta su un cortile, delle scale di pietra, un sotterraneo", riferisce a chi indaga. Da questo momento in poi saranno gli inquirenti a ricostruire la scena: la ragazza è ubriaca, la sua volontà è azzerata da "alterazione psicofisica". Uno stato "di inferiorità" che la conduce in una condizione "di accentuata gestualità, euforia, confidenza con altri clienti estranei", fino alla "perdita di freni inibitori". In poche parole, "è in balia totale degli indagati". Il video riprende i tre indagati scendere insieme alla ragazza in un sotterraneo: ne usciranno un'ora e mezza dopo.
Il risveglio della mattina seguente, intorno alle 11.30, è traumatico. La 32enne lamenta dolori alle parti intime, i ricordi sono confusi. Scrive a uno dei titolari. "La situazione è un po' degenerata, abbiamo bevuto tutti…ci siamo baciati", risponde lui. Il Pronto soccorso della clinica Mangiagalli, qualche ora dopo, riscontra lesioni "compatibili" con una violenza sessuale. La manager si confida con il fidanzato solo il giorno dopo, scoppiando in lacrime. "Hanno abusato di me", confessa piangendo.