La mamma di Sofia Castelli, uccisa dall’ex: “Per i giudici lui era in difficoltà, dimenticano chi lo aveva aiutato”
Nella giornata di domenica 30 giugno sono state rese note le motivazioni della sentenza di condanna a 24 anni di carcere per Zakaria Atqaoui, il ragazzo che si è nascosto tutta la notte nell'armadio dell'ex fidanzata, Sofia Castelli, per poi accoltellarla nel sonno. Il condannato si era procurato un duplicato delle chiavi della sua casa ed era rimasto appostato all'interno del guardaroba per molte ore per uccidere la ragazza di appena 20 anni. Per questo motivo molti hanno criticato la mancata condanna all'ergastolo. Fra queste, la mamma di Sofia, che ora ha voluto affidare i suoi pensieri a un posto su Instagram.
Le motivazioni della sentenza di condanna per Zakaria Atqaou
Secondo i giudici della Corte d'Assise di Monza, Zakaria Atqaou non era da condannare a una pena superiore a 24 anni, nonostante sia stata riconosciuta la premeditazione dell'omicidio di Sofia Castelli, perché le attenuanti sono risultate prevalenti sulle aggravanti, fra cui – appunto – la premeditazione. I magistrati hanno infatti valutato positivamente il "comportamento tenuto immediatamente dopo il delitto" da parte dell’imputato, che si è subito assunto "tutte le responsabilità", "ricostruendo nei dettagli l'omicidio", per quanto "crudele ed efferato".
Inoltre Atqaou risultava alla "prima esperienza giudiziaria" (non aveva ucciso nessuno prima…), ma soprattutto secondo i giudici aveva una "storia familiare particolarmente disagiata e difficile". Ma è proprio questo punto, messo in risalto nella motivazione della sentenza, ad aver particolarmente irritato la mamma di Sofia Castelli.
Il commento della mamma di Sofia Castelli
"Visto che siete riusciti a valutare che il ragazzo era in difficoltà, perché non avete tenuto conto di chi l'ha aiutato?", ha scritto sui social la mamma di Sofia Castelli, Daniela, rivolgendosi direttamente ai giudici. "Il messaggio che avete dato – continua – è non aiutate persone in difficoltà perché se poi vi fanno del male avranno le attenuanti. Complimenti". Il riferimento è al fatto che la famiglia Castelli avesse accolto e aiutato Atqaou per molto tempo, ben consapevoli delle difficoltà del ragazzo. Per questo ora non possono accettare che quelle difficoltà possano diventare un attenuante per quello che ha fatto.
La donna, poi, chiede "giustizia per Sofia Castelli". Un appello a cui si aggiunge anche Scarpetta Rossa, che sin dall'inizio assiste Aurora, la ragazza che dormiva nella stanza accanto a quella in cui si è consumato l'omicidio. "La giovane età è stata considerata come un'attenuante, dimenticando che Sofia aveva 20anni e le è stata tolta la vita per sempre", ha dichiarato Gualtiero Nicolini, responsabile progetti e sviluppo dell'associazione.
"La condotta processuale, a mio avviso, – continua – non può ritenersi equivalente alla palese premeditazione, al fatto che Sofia stesse dormendo e non ha avuto la minima possibilità di difendersi. A breve valuteremo insieme alla famiglia le nuove iniziative per dar voce a ‘Ora parla Sofia' per cercare di darle una giustizia vera".